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A CHI UBBIDIRE E COME

29 settembre 2021

 

«Bisogna ubbidire a Dio anziché agli uomini» (At 5:29).

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«Giudicate voi se è giusto, davanti a Dio, ubbidire a voi anziché a Dio» (At 4:19).

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«Egli renderà a ciascuno secondo le sue opere; vita eterna a quelli che, con perseveranza nel fare il bene, cercano gloria, onore e immortalità; ma ira e indignazione a quelli che, per spirito di contesa, invece di ubbidire alla verità, piuttosto ubbidiscono all’ingiustizia» (Rm 2:6-8).

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«Non regni dunque il peccato nel vostro mortale per ubbidire alle sue concupiscenze, e non prestate le vostre membra al peccato, come strumenti di iniquità, ma presentate voi stessi a Dio, come di morti fatti viventi, e le vostre membra come strumenti di giustizia a Dio» (Rm 6:12-13).

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«Eletti secondo la prescienza di Dio mediante la santificazione dello Spirito, a ubbidire e a essere cosparsi dal sangue di Gesù Cristo» (1Pt 1:2).

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«Avendo purificato le anime vostre ubbidendo alla verità per giungere a un sincero amore fraterno, amatevi intensamente a vicenda di vero cuore» (1Pt 1:22).

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L’ubbidienza è preziosissima ai fini della salvezza eterna. Ricordiamo l’esempio di Gesù. La nostra lotta, in quanto cristiani, consiste oggi nell’affermare al mondo peccatore l’importanza dell’ubbidienza al Signore. Quindi, ci troviamo spesso a discutere di autorità e di rispetto verso quest’autorità. Diamo un’occhiata rapida a ciò che la Bibbia dice al riguardo.

 

CHI UBBIDIRE

Il caso di Adamo ed Eva è il primo che la Genesi ricordi. Invece che ascoltare la voce di Dio, i nostri progenitori si piegarono al comando di Satana (Gn 3:1-6), creando le premesse per l’ingresso nel mondo sia del peccato, sia della morte (Rm 5:12). Il re Saul preferì ubbidire alle insistenze del popolo piuttosto che alla Parola (cfr. 1Sam 15:21). Il caro apostolo Paolo, ancora Fariseo e persecutore della Chiesa, si lasciò trasportare dal richiamo della sua coscienza (At 26:9). Ma sbagliava completamente.

Comando di Satana, voce popolare, richiamo della coscienza: questi tre elementi, così periodicamente ricorrenti nello spirito umano, non hanno alcuna importanza ai fini della salvezza, risultato della vera ubbidienza a Dio: gli uomini debbono ascoltare la verità e solo la verità (Gal3:1-5; 1Pt 1:22), senza prestare fede all’uomo.

 

COME UBBIDIRE

Prima di vedere come si ubbidisce, è assai utile capire come non si ubbidisce. Diventiamo disubbidienti quando:

  • ci rifiutiamo di fare le cose comandate (Adamo ed Eva in Gn 1-3);
  • aggiungiamo alla Parola di Dio (Prv 30:6; Ap 22:18);
  • togliamo alla Parola di Dio (Dt 4:2; Ap 22:19);
  • sostituiamo parti della Parola del Signore (Lv 10:1-2; Is 5:20-21).

Vediamo ora come si fa ad ubbidire. In modo molto semplice: praticando esattamente gli ordini del Signore, come ricorda Gesù in Mt 7:21-22 («Non chiunque mi dice: “Signore, Signore!” entrerà nel regno dei cieli, ma chi fa la volontà del Padre mio che è nei cieli») e in Lc 6:46 («Perché mi chiamate: “Signore, Signore!” e non fate quello che dico?»).

L’ubbidienza è il risultato del nostro amore per Dio e della nostra fiducia in Gesù Cristo, colui che, per salvarci, è morto innocentemente al posto nostro. Quale uomo ha potuto mai fare altrettanto (vedi le sentite affermazioni di Paolo in 1Cor 1:13)? Ubbidiamo al Signore di tutto cuore.

 

Arrigo Corazza