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IL BATTESIMO

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INTRODUZIONE

Dopo la resurrezione, e prima dell’ascensione al cielo, Gesù si rivolse agli apostoli dicendo: «Andate … ammaestrate tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo» (Mt 28:19). Marco, riferendo lo stesso discorso del Maestro, vi aggiunse la promessa di perdono: «Chi avrà creduto e sarà stato battezzato sarà salvato» (Mc 16:16). Dunque, gli apostoli dovevano predicare l’Evangelo e battezzare i credenti; i battezzati sarebbero stati salvati dal peccato. Un atto ordinato dal Signore e che promette un beneficio di così inestimabile valore diventa altamente significativo, e richiede la nostra massima attenzione nonché una serena indagine.

La parola “battesimo” è molto diffusa nel mondo religioso odierno, ma, purtroppo, la stragrande maggioranza non ne afferra né il significato, né lo scopo. È cosa spaventosa vedere quanta confusione e incomprensione esista su tale soggetto biblico, sebbene sia uno di quelli più semplici e documentati. È perciò estremamente importante comprendere e l’azione e lo scopo del battesimo. Difatti, se venissero modificati l’azione o lo scopo, allora se ne annullerebbero tutti i benefici.

 

CHE COS’È IL BATTESIMO?

I dizionari definiscono variamente il termine “battesimo”: “tuffo, immersione in acqua; versamento o spruzzamento d’acqua sul capo di una persona, per rito religioso; purificazione, purgamento, iniziazione; imposizione di un nome”. Come sappiamo, i dizionari di solito danno le definizioni rifacendosi all’uso corrente. Il significato di un vocabolo può però subire nel tempo notevoli trasformazioni fino a perdere il valore originale. Se in altri campi la faccenda non provoca conseguenze irreparabili, occorre invece essere molto cauti in ambito religioso, soprattutto quando si usano termini biblici. Difatti, la Parola di Dio cambierebbe nei significati. Ogni generazione dà a un vocabolo valori sempre diversi, per la qual cosa ne deriva che l’autorità, anziché in Dio e nella sua Parola, verrebbe a risiedere nei giudizi umani e nella mutevolezza degli usi. Il che, sinceramente, non può affatto essere (stiamo parlando di questioni vitali per la salvezza eterna).

Per definire un vocabolo biblico non si deve dunque ricorrere a comuni dizionari, ma a quelli specializzati relativi alla lingua in cui fu scritto il N.T. Com’è noto, il N.T. fu scritto in greco, anzi in un dialetto greco che era la parlata comunemente in uso dal 300 a.C. fino al 500 d.C. Questo dialetto era chiamato koinè. Quando gli studiosi procedettero a tradurre dal greco, essi non tradussero la parola “battesimo”, ma la trascrissero semplicemente. Del vocabolo si è conservato solo il suono originale. Il termine specifico usato nel N.T. era bàptisma (da bapto, che significa: “tuffare”). Il verbo baptìzo vale “tuffare ripetutamente, immergere, sommergere; purificare mediante immersione, lavare con acqua”. In effetti, l’apostolo Paolo rassomigliò il battesimo a un seppellimento: «O ignorate voi, che quanti siamo stati battezzati in Cristo Gesù, siamo stati battezzati nella sua morte? Noi siamo dunque stati con lui seppelliti mediante il battesimo nella sua morte affinché come Cristo è resuscitato dai morti mediante la gloria del Padre, così anche noi camminassimo in novità di vita» (Rm 6:3-4). Ricordando ai cristiani in Colosse la loro obbedienza a Cristo, Paolo scrisse: «Essendo stati con lui sepolti nel battesimo, nel quale siete anche stati resuscitati con lui mediante la fede nella potenza di Dio che lo ha resuscitato dai morti» (Col 2:12).

La conversione dell’eunuco a opera di Filippo è un esempio luminoso di che cosa fosse il battesimo e di come lo si amministrasse. Dopo che Filippo ebbe annunziato all’eunuco il vangelo di Cristo, entrambi «giunsero a una certa acqua. E l’eunuco disse: “Ecco c’è acqua; che impedisce che io sia battezzato?”. E comandò che il carro si fermasse; e discesero ambedue nell’acqua, Filippo e l’eunuco; e Filippo lo battezzò» (At 8:36-38). L’acqua fu l’elemento nel quale l’eunuco fu battezzato, immerso, sepolto. Dopo quanto abbiamo letto, non possiamo sfuggire alla conclusione più logica e onesta: il battesimo ordinato dal Signore Gesù, battesimo che va predicato e accettato, è un’immersione, un “seppellimento”, nell’acqua. Ciò significa ovviamente che lo spruzzamento o il versamento di acqua non corrispondono affatto al modo biblico di amministrare il battesimo.

 Baptìzo, infatti, non può tradursi in italiano con “spruzzare, versare acqua”. E per quanto possa sforzarsi l’immaginazione, non si riuscirà mai a qualificare come immersione un po’ d’acqua versata, o spruzzata, sul capo di una persona. Termini come rhantìzo (“spruzzare”) o cheo (“versare”) non vengono mai usati nel N.T. a significare il battesimo. Ne consegue che sostituire il modo dell’immersione con quello dello spruzzamento o del versamento, è in aperto contrasto e ribellione con la Parola del Signore, sicché l’atto stesso viene a perdere ogni valore agli occhi di Dio.

 

CHI PUÒ ESSERE BATTEZZATO?

Secondo il N.T., per poter essere battezzati occorre:

  • ascoltare il vangelo e credere al vangelo: «Molti dei Corinzi, udendo Paolo, credevano ed erano battezzati» (At 18:8);
  • ravvedersi dei propri peccati: «Iddio dunque, passando sopra ai tempi dell’ignoranza, fa ora annunziare agli uomini che tutti, per ogni dove, abbiano a ravvedersi» (At 17:30). Per questa ragione anche l’apostolo Pietro, a quelli che gli chiedevano che cosa dovessero fare per riparare al delitto commesso contro Cristo, rispose: «Ravvedetevi, e ciascun di voi sia battezzato» (At 2:38);
  • confessare Gesù quale Figlio di Dio: «Perché se con la bocca avrai confessato Gesù come Signore, e avrai creduto col cuore che Dio l’ha resuscitato dai morti, sarai salvato» (Rm 10:9-10).

Soltanto coloro che abbiano soddisfatto tali richieste risultano idonei a ricevere il battesimo biblico. In altre parole, il battesimo è consentito ai peccatori credenti e ravveduti.

 

CHI NON PUÒ ESSERE BATTEZZATO

Il battesimo non è per chi è già salvato. Mai nel N.T. troviamo che il battesimo fosse un atto consequenziale alla salvezza ricevuta. Il «battesimo dei salvati» è un vero e proprio pervertimento dello scopo precipuo del battesimo voluto da Cristo. Il battesimo non è per chi è mentalmente incapace di ricevere gli insegnamenti di Cristo e di agire come persona responsabile. Il battesimo non è per i bambini, per ragioni analoghe. Per poter ricevere il battesimo si deve prima ubbidire «di cuore a quel tenore d’insegnamento che ci è stato trasmesso» (Rm 6:17). Gli infanti non sono in grado di «ubbidire di cuore», e neppure sono in condizioni spirituali tali da necessitare la salvezza, «perché di tali è il Regno dei cieli» (Lc 18:16). Essi sono innocenti. La dottrina del peccato originale non esiste nel N.T.

 

PERCHÉ IL BATTESIMO?

Abbiamo visto che il battesimo è un comandamento di Cristo: il che sarebbe di per sé già sufficiente a renderlo indispensabile a tutti coloro che credono in Gesù. Ci sono però anche altre ragioni che militano in tal senso. L’apostolo Pietro disse che il battesimo salva: «Alla qual figura corrisponde il battesimo (che non è il nettamento delle sozzure della carne, ma la richiesta di una buona coscienza fatta a Dio), il quale [battesimo] ora salva anche voi mediante la resurrezione di Gesù Cristo» (1Pt 3:21). Lo scopo del battesimo d’acqua non è quello di lavare le sozzure della carne (non è un bagno), ma è quello di salvare: «… il quale (battesimo) ora salva anche voi». «Che dobbiamo fare?»: alla domanda rivoltagli da coloro che avevano ascoltato la sua predicazione (la prima predicazione dopo la risurrezione di Gesù, la predicazione di Pentecoste), Pietro rispose: «Ravvedetevi e ciascuno di voi sia battezzato per la remissione dei peccati» (At 2:37-38). In un’altra occasione, quando Anania si recò da Saulo/Paolo, il quale accecato e pentito attendeva di conoscere cosa dovesse fare per ubbidire al Signore, dopo averlo incontrato sulla via che conduceva a Damasco, Anania disse al futuro apostolo: «E ora che indugi? Alzati, e sii battezzato e lavato dei tuoi peccati, invocando il suo nome» (At 22:16). «In quell’istante gli caddero dagli occhi come scaglie e ricuperò la vista; poi, levatosi fu battezzato» (At 9:18). Perché Paolo venne battezzato? Lo Spirito Santo dà la risposta più giusta: fu battezzato per essere «lavato dei peccati». Se Saulo/Paolo avesse rifiutato il battesimo, ne consegue che sarebbe rimasto nei suoi peccati.

 

PERCHÉ ESSERE BATTEZZATI?

Perché «il battesimo … ora salva anche voi», per avere «la remissione dei peccati», per essere «lavato dei peccati». C’è un qualche valido fondamento per supporre che quei Giudei, ai quali Pietro predicò, avrebbero potuto ottenere la remissione dei peccati se non avessero ottemperato all’ordine di essere battezzati? Se così fosse, allora sarebbe priva di ogni significato la richiesta dell’apostolo. E se essi avessero potuto ottenere salvezza senza battesimo, che senso avrebbe la dichiarazione dell’apostolo secondo la quale «il battesimo ora salva anche voi»? Saremmo costretti a concludere che una persona ottiene paradossalmente la salvezza pur rimanendo nei suoi propri peccati. Chi lo crederebbe?

L’apostolo Paolo scrisse ai Romani circa la loro salvezza: «Sia ringraziato Dio che eravate bensì servi del peccato, ma avete di cuore ubbidito a quel tenore d’insegnamento che vi è stato trasmesso; ed essendo stati affrancati dal peccato, siete diventati servi della giustizia» (Rm 6:17-18). A quale «tenore d’insegnamento» avevano essi ubbidito, per poter essere affrancati dal peccato? Essi avevano ubbidito alla dottrina relativa al battesimo per la quale erano stati «battezzati nella sua morte» e resuscitati per camminare in novità di vita. Osserviamo la loro condizione prima e dopo il battesimo. Prima di essere battezzati nella morte di Cristo erano «servi del peccato» (v. 17), «a servizio dell’impurità e dell’iniquità» (v. 19), «liberi riguardo alla giustizia» (v. 20). Dopo il battesimo, invece, divennero «servi della giustizia» (v. 18), «al servizio della giustizia per la santificazione» (v. 19), «affrancati dal peccato» e «servi di Dio». Essi avevano «per frutto la santificazione e per fine la vita eterna» (v. 22).

Se uno venisse salvato prima del battesimo, o addirittura senza il battesimo, sarebbe salvato pur rimanendo servo del peccato, «al servizio dell’impurità e dell’iniquità». Chi si sentirebbe di credere una cosa simile? Le Scritture appena citate non solo evidenziano il significato e lo scopo del battesimo, ma ne rimarcano l’essenzialità ai fini della salvezza. Chiunque asserisca che si può essere salvati senza battesimo, è in aperta contraddizione con l’apostolo Pietro, il quale affermò che «il battesimo … ora salva anche voi». Questi contesti (ce ne sono altri) insegnano chiaramente che una persona non riceve il battesimo quando ha già avuto la remissione dei peccati, ma proprio al fine di ottenerla, non perché uno è già salvato, ma per ottenere salvezza. Né il battesimo veniva amministrato ai bambini per dare loro il nome. Quest’usanza, molto posteriore, non reca alcun contributo alla salvezza dei bambini, dato il loro stato di innocenza. Non essere battezzati oppure esserlo ma per motivi diversi da quelli designati da Cristo, significa rimanere nel proprio stato di peccato e di condanna. Il battesimo era per tutti i peccatori, e non per gli innocenti.

 

COME PUÒ IL BATTESIMO “SALVARE”?

Ai cristiani viene spesso rivolta questa domanda: «Come può il battesimo salvare? Nell’acqua non c’è alcun potere!». Per dare la risposta adeguata, bisogna ancora una volta ricorrere alle parole ispirate di Pietro: «il battesimo … ora salva anche voi … mediante la resurrezione di Cristo» (1Pt 3:21). Il battesimo è inscindibilmente connesso alla morte e alla resurrezione di nostro Signore Cristo Gesù. Scriveva Paolo che «noi siamo dunque stati con lui seppelliti mediante il battesimo nella sua morte, affinché, come Cristo è resuscitato dai morti mediante la gloria del Padre, così anche noi camminassimo in novità di vita. Perché, se siamo divenuti una stessa cosa con lui per una morte somigliante alla sua, lo saremo anche per una resurrezione simile alla sua» (Rm 6:4-5).

Il battesimo in acqua non avrebbe alcun significato o potere, qualora venisse separato dalla morte e resurrezione di Cristo. La sua efficacia, dunque, dipende soprattutto dal sacrificio di Cristo in croce. Qualche volta si muove accusa contro quelli che insistono sulla necessità del battesimo in acqua, dicendo che essi esaltano troppo il battesimo in se stesso, minimizzando il potere del sangue di Cristo. Costoro, in effetti, vedono una qualche contraddizione o distinzione tra salvezza mediante il sangue di Cristo e salvezza mediante il battesimo. Tale contraddizione non esiste affatto. Sono concetti complementari, ed entrambi concorrono alla salvezza di un’anima. Dio ha provveduto la salvezza per mezzo di Cristo, ma i benefici di tale salvezza si acquisiscono «solo con l’ubbidienza». Nota i seguenti passi: «il battesimo … è la richiesta di una buona coscienza fatta a Dio» (1Pt 3:21). Com’è possibile ottenere una “buona coscienza” attraverso il battesimo? «Mediante la resurrezione di Cristo». L’autore della lettera agli Ebrei scrisse: «Perché, se il sangue di becchi e di tori e la cenere di una giovenca sparsa su quelli che sono contaminati santificano in modo da dare la purità della carne, quanto più il sangue di Cristo … purificherà la vostra coscienza dalle opere morte per servire al Dio vivente?» (Eb 9:13-14).

Ecco allora che una “buona coscienza” si ottiene con il battesimo e con il sangue di Cristo. Il sangue di Cristo rende possibile una buona coscienza, che però si riceve tramite il battesimo. Quando Cristo istituì la Cena, disse: «Questo è il mio sangue, il sangue del patto, il quale è sparso per molti per la remissione dei peccati» (Mt 26:28). Secondo queste parole Cristo sparse il suo sangue «per la remissione dei peccati». Ebbene, in At 2:38 Pietro disse ai suoi primi ascoltatori: «Ravvedetevi e ciascuno di voi sia battezzato … per la remissione dei peccati». Nessuna contraddizione! Il sangue di Cristo offriva la remissione dei peccati, ma essa si poteva ottenere solo tramite l’ubbidienza alla sua Parola, cioè mediante il battesimo. Il “sangue” è il rimedio contro il peccato, e il battesimo è la ricetta. Non c’è peccato che non possa venir cancellato dal sangue di Cristo, ma i benefici del suo sacrificio non si possono godere se uno non ubbidisce. Nessuno può ottenere la remissione dei peccati, offerta dal sangue di Cristo, se non si sottopone al battesimo. Ecco dunque perché il battesimo ora salva anche noi!

 

BENEFICI SUPPLEMENTARI

Chi riceve il battesimo scritturale non solo ottiene la remissione dei peccati, ma entra in una nuova relazione con Cristo:

  • si riveste di Cristo (Gal 3:27);
  • diventa una nuova creatura (2Cor 5:17);
  • diviene parte del corpo di Cristo (1Cor 12:13);
  • entra a far parte del novero dei salvati (Ef 5:23).

Se uno venisse salvato senza il battesimo, ne deriva che verrebbe salvato fuori di Cristo, senza rivestirsi di Cristo, senza divenire una nuova creatura, senza far parte di quel corpo di cui Cristo è il Salvatore. È possibile tutto ciò?

 

Alessandro Corazza (1926 – 2017), 2008