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SOMMARIO

  • Introduzione
  • Il servizio sociale deve essere puro
  • Un servizio rivolto a tutti
  • Conclusione

 

INTRODUZIONE

  1. Abbiamo già visto come si debba amare Dio con tutto il nostro cuore (servizio affettivo), con tutta la nostra mente (servizio mentale), con tutta la nostra forza (servizio fisico); ora guarderemo al servizio sociale, ossia a favore del prossimo.
  2. Il Signore Gesù costituisce il più perfetto esempio di servizio nei confronti di tutti, buoni e cattivi. Egli non ha perso alcun’occasione in tal senso: sempre disposto a fare il bene (cfr. At 20:35: «In ogni cosa vi ho mostrato che bisogna venire in aiuto ai deboli lavorando così, e ricordarsi delle parole del Signore Gesù, il quale disse Egli stesso: “Vi è più gioia nel dare che nel ricevere”), Gesù ha compiuto il bene (cfr. At 10:38: «È andato dappertutto facendo del bene e guarendo tutti quelli che erano sotto il potere del diavolo, perché Dio era con Lui»). Dopo essersi disposto a fare il bene e dopo averlo compiuto, nostro Signore ha voluto instillarlo continuamente nei suoi discepoli. Il discepolo di Cristo è tanto servizievole quanto lo è il suo maestro. Per tutto questo concetto, vedi Gv 13:1-20 (“la lavanda dei piedi”) e scoprine il senso più profondo e duraturo. Al momento del giudizio finale, il servizio reso al prossimo sarà importante per ciascuno di noi e per lui (cfr. Mt 25:31-46).
  3. In uno dei più memorabili brani della Bibbia (“il buon Samaritano”: Lc 10:33ss), Cristo ha spiegato senza alcun dubbio chi sia il nostro prossimo. La creatura umana ha pertanto precisi obblighi sociali: vedi 1Gv 4:20 («Se uno dice: “Io amo Dio”, ma odia suo fratello, è bugiardo; perché chi non ama suo fratello che ha visto, non può amare Dio che non ha visto»). Per paradossale che ciò possa sembrare – vista la lontananza dell’uomo da Dio –, l’uomo stesso, essendo stato creato ad immagine e somiglianza di Dio, costituisce la più alta rappresentazione di Dio sulla terra. Pertanto, occorre amarlo e rispettarlo in ogni modo, anche e soprattutto quando non lo merita.
  4. Servire il prossimo non equivale, però, a porgere sempre l’altra guancia («Voi avete udito che fu detto: “Occhio per occhio e dente per dente”. Ma io vi dico: “Non contrastate il malvagio; anzi, se uno ti percuote sulla guancia destra, porgigli anche l’altra”»: Mt 5:39). Se così fosse, non sarebbe comprensibile l’atteggiamento del Signore in Gv 18:23 («Se ho parlato male, dimostra il male che ho detto; ma se ho parlato bene, perché mi percuoti?») e di Paolo in At 16:37 («Dopo averci battuti in pubblico senza che fossimo stati condannati, noi che siamo cittadini romani, ci hanno gettati in prigione; e ora vogliono rilasciarci di nascosto? No davvero! Anzi, vengano loro stessi a condurci fuori»). Una cosa è restituire agli altri il male ricevuto, un’altra cosa è difendere la giustizia e la libertà: il diritto di Dio non può mai essere calpestato («Alla sapienza è stata resa giustizia da tutti i suoi figli»: Lc 7:35).
  5. Non bisogna commettere l’errore di equivocare tra il servizio sociale del singolo cristiano e il servizio sociale della chiesa. Questa mancata distinzione è stata la causa dell’istituzionalismo oggi imperante in molte chiese. Il compito della chiesa non è di tipo sociale, ma religioso. Il singolo cristiano, invece, è chiamato ad adempiere questo e quello. L’unico servizio sociale che una chiesa di Cristo può svolgere è a favore di un’altra chiesa o di altre chiese di Cristo che siano nel bisogno più profondo e accertato (At 11:27-30; 2Cor 8-9). Non v’è alcun altro esempio biblico per cui una chiesa disponga i propri fondi a favore di una o più chiese. Manteniamoci fedeli a quest’evidente testimonianza neotestamentaria ed eviteremo così di naufragare nella filosofia e nella dottrina umana.

 

IL SERVIZIO SOCIALE DEVE ESSERE PURO

  1. Servire il prossimo nella massima purezza significa servire la causa di Cristo in mezzo al prossimo. La testimonianza di un cristiano è di fondamentale importanza in ogni situazione.
  2. Occorre guardarsi dall’ipocrisia, «il lievito dei Farisei» (Lc 12:1).
  3. Se siamo ipocriti, gli altri non potranno mai convertirsi (1Cor 5:6-7).
  4. È necessario deporre tutto ciò che ostacola la nostra purissima testimonianza in mezzo al prossimo.
  5. Per Gesù i cristiani devono essere il sale della terra e la luce del mondo (Mt 5:13-16).
  6. Le considerazioni di Pietro sull’onesta condotta dei cristiani tra i pagani (1Pt 2:11-12).

 

UN SERVIZIO RIVOLTO A TUTTI

  1. Tutti hanno bisogno di aiuto. Il cristiano non può fare discriminazioni, quali che siano le ragioni addotte (differenze razziali o religiose). Dove c’è un bisogno, là il cristiano deve essere pronto a dare.
  2. L’esempio del Signore (At 10:38).
  3. La gioia del Signore nel dare (At 20:35).

 

  1. Come detto, se è vero che tutti hanno bisogno di aiuto e che il cristiano deve prestarsi a favore di tutti, è altrettanto vero che nel servizio al prossimo esistono precise limitazioni – dovute alla realtà della vita stessa (tali limitazioni possono essere fisiche, logistiche, economiche, temporali, e via dicendo). Per questa ragione elementare il cristiano deve dapprima occuparsi degli altri fratelli in fede e poi dei non cristiani. In Gal 6:10 l’apostolo Paolo è assai chiaro in proposito. Questa priorità non deve cadere nel dimenticatoio.

 

CONCLUSIONE

  1. Mosso dallo Spirito di Dio, il cristiano feconda il mondo con il suo buon esempio, dandosi a tutto e a tutti nel rispetto e nell’amore di Cristo.
  2. È fondamentale accertarsi che il servizio sociale del cristiano sia svolto nella massima purezza, per compiacere il Signore e non gli uomini. Gli uomini vanno solo serviti, e non posti quale fonte di glorificazione per il credente: la fonte d’acqua viva ed eterna è soltanto Dio in Cristo Gesù.
  3. Preghiamo di essere e rimanere puri anche quando serviamo tutti gli uomini!

 

Arrigo Corazza