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IL VERO SAGGIO

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Il cristiano vive in mezzo a gente che fa del proprio pensiero il metro di tutte le cose e di tutti i comportamenti. Ma questa non è certo la saggezza di cui parla Dio. Dramma della nostra esistenza è spesso l’incapacità di vedere e interpretare il mondo che ci circonda. Sebbene impegnati a vivere intensamente, spesso ci sfugge il nocciolo della questione, il punto centrale della vita: il rapporto col Signore (Mt 16:26).

Non siamo più capaci di vedere entro noi stessi ed intorno a noi a causa di un male terribile (forse il più terribile): la cecità spirituale e intellettuale. La maggioranza degli uomini riposa sulla convinzione che solo la mentalità comune, risultato delle circostanze storiche e della tradizione culturale, sia utile e necessaria a comprendere e a giudicare il mondo circostante.

In religione è quanto mai importante ribadire un concetto elementare, trito e ritrito, manducato e digerito, eppure sempre dimenticato: la quantità non conta, ma conta la qualità, vale a dire l’aderenza totale, dei pochi o dei tanti, alla Parola di Dio. Un milione di persone osannanti, ma prive della verità, non valgono due soli cristiani fedeli al Signore e alla sua benedetta Parola (cfr. Mt 18:20).

Oggi occorre molta saggezza e decisione per diventare cristiano, per essere convinto di fare bene agli occhi di Dio, per avere la speranza e la sicurezza della vita eterna. Attenzione, però: religiosamente parlando, la saggezza non è un dono naturale, ma il prodotto della propria applicazione, ricerca e verifica sulla Bibbia, la Parola di Dio.

Il vero saggio, dunque, è colui che finalmente, dopo ardua ma costante ricerca interiore (At 17:23ss),

  • sa bene cogliere il motivo primario della propria esistenza: il bisogno di Dio e della salvezza eterna dell’anima (1Pt 1:9);
  • sa e ammette di non conoscere Cristo e di avere bisogno di ascoltare il Vangelo. Perciò, andando oltre la superficie delle cose e contro l’ingannevole e suadente mondo delle idee comuni e delle false evidenze o realtà, decide di seguire la Parola di Dio e di vivere conseguentemente.

Oggi il vero saggio è chi riesce ad elevarsi sopra la massa o la tradizione vigente, con tutte le sue imposizioni, per raggiungere la realtà di Dio quale ci viene rivelata da Cristo e dalla sua Parola (Gv 8:32).

Quant’è difficile al giorno d’oggi conoscere qualcuno seriamente intenzionato a capire le questioni spirituali poste dal Signore! Occorre chiedersi se proviamo gioia al pensiero di studiare la Parola con i peccatori (anche noi lo eravamo). Ci sentiamo pronti a predicare il Vangelo di Gesù, la dottrina di Cristo, senza essere progressisti o liberali nei confronti della Parola stessa (cfr. 2Gv 9), senza adulterarla (2Cor 2:17), mossi da intenzioni davvero buone e pure (1Ts 2:3ss)?

Il vero saggio è quel peccatore che sa di essere tale e che, una volta divenuto cristiano secondo il Nuovo Patto, dedica la propria esistenza al Signore e alla sua Chiesa (Mt 16:18) proprio come il Signore donò se stesso per redimere tutti i peccatori dall’errore e dalla morte spirituale. Ricordiamo sempre Gal 2:20, un brano fondamentale: «Sono stato crocifisso con Cristo: non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me! La vita che vivo ora nella carne, la vivo nella fede nel Figlio di Dio il quale mi ha amato e ha dato se stesso per me».

 

Arrigo Corazza