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DIFENDERE LA FEDE IN DIO

28 settembre 2021

 

«Sono incaricato della difesa del Vangelo» (Fil 1:16).

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«Chi vi farà del male, se siete zelanti nel bene? Se poi doveste soffrire per la giustizia, beati voi! Non vi sgomenti la paura che incutono e non vi agitate; ma glorificate il Cristo come Signore nei vostri cuori. Siate sempre pronti a rendere conto della speranza che è in voi a tutti quelli che vi chiedono spiegazioni. Tuttavia, fatelo con mansuetudine e rispetto, e avendo la coscienza pulita, affinché quando sparlano di voi, rimangano svergognati quelli che calunniano la vostra buona condotta in Cristo. Infatti, è meglio che soffriate per aver fatto il bene, se tale è la volontà di Dio, che per aver fatto il male» (1Pt 3:12-17).

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«Desidero che sappiate, fratelli, che quanto mi è accaduto ha contribuito assai al progresso del vangelo, al punto che a tutti quelli del pretorio e a tutti gli altri è divenuto noto che sono in catene per Cristo; è così che la maggioranza dei fratelli nel Signore, incoraggiati dalle mie catene, hanno avuto più ardire nell’annunciare senza paura la Parola di Dio» (Fil 1:12-15).

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«Nella mia prima difesa, nessuno si è trovato al mio fianco, ma tutti mi hanno abbandonato; ciò non venga loro imputato! Il Signore però mi ha assistito» (2Tm 4:16-17).

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«Carissimi, avendo un gran desiderio di scrivervi della nostra comune salvezza, mi sono trovato costretto a farlo per esortarvi a combattere strenuamente per la fede, che è stata trasmessa ai santi una volta per sempre. Perché si sono infiltrati fra di voi certi uomini (per i quali già da tempo è scritta questa condanna); empi che volgono in dissolutezza la grazia del nostro Dio e negano il nostro unico Padrone e Signore Gesù Cristo» (Gd 3-4)

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Purtroppo, spiace constatare che, troppo spesso, il credente è portato a non fare due cose: da un lato, approfondire i motivi che lo hanno spinto a diventare tale, dall’altro, difendere la Parola di Dio. Il mondo che circonda il cristiano è contrario alla salvezza e all’ambito divino del quale anche noi facciamo parte grazie alla fede in Gesù Salvatore. Il mondo che ci circonda, vittima di Satana, attacca sempre e volentieri la bontà e la veridicità della Bibbia, cercando in tutti i modi di minarne alle fondamenta il valore presso i peccatori.

Spetta allora al cristiano fare precisa opera di difesa della fede, combattere strenuamente per la fede (Gd 3). Quest’opera è tanto importante quanto l’evangelizzazione. È una vera e propria disgrazia che talvolta il cristiano non comprenda a fondo l’importanza di questa difesa. Se andiamo a guardare nella storia, possiamo dire che il cristianesimo non sarebbe esistito se, fin dal principio, i cristiani non avessero lottato per la difesa del Vangelo. È dunque necessario pregare perché tutti quanti i credenti possano sentirsi incoraggiati a lottare per la fede una volta per sempre tramandata ai santi (Gd 3). Difendere la fede, inoltre, è un comando scritturale valido tanto quanto altri precetti del Signore.

 

1PIETRO 3:15

In questo passo l’apostolo Pietro ci comanda di essere sempre pronti a dare una risposta a tutti coloro che chiedono spiegazione della fede che alberga in noi. È dunque della massima importanza per noi sapere perché siamo diventati cristiani e come si continua ad esserlo, allo scopo di comunicarlo ad altri desiderosi di saperlo.

 

FILIPPESI 1:16

Qui Paolo afferma di essere stato incaricato della difesa del Vangelo di Cristo. Tutta la sua vita fu dedicata a questo scopo, al punto tale da soffrire pene indicibili e da morirne anzitempo (vedi 2Cor 11:23-33, e 2Tm 4:6-18). La nostra dedizione fino a che punto arriva? Saremmo capaci di soffrire per Dio?

 

L’APOLOGETICA

In 1Pt 3:15 e in Fil 1:16 viene impiegata la parola greca apologhìa, che significa “difesa”. L’apologetica è la scienza rivolta a dimostrare i fondamenti del cristianesimo e a difenderli contro errori ed obiezioni; è la difesa sistematica, razionale e scritturale della religione istituita da Dio in Cristo. Il singolo cristiano è dunque chiamato a difendere la fede scritturale dagli attacchi esterni. Per di più, anche gli stessi credenti sono portati ad avere dubbi, più o meno estesi, nel cammino della loro fede. Ma, certamente, il pericolo più grave e gli attacchi più decisi vengono portati dal sistema ateo nel quale, purtroppo, viviamo tutti i giorni della nostra vita.

I mezzi di comunicazione sono i portavoce della concezione atea dell’universo, della moralità dipendente da cause contingenti, storiche e non dalla Parola di Dio (oggi l’uomo pensa secondo una determinata moralità, più o meno scritturale, ma domani cosa accadrà? Non dimentichiamo quanto è accaduto ieri, nel terribile Novecento). Certamente, il compito che si staglia all’orizzonte di noi cristiani è difficilissimo: infatti, non possiamo provare scientificamente né l’esistenza di Dio né la creazione divina di tutte le cose, specie dell’uomo.

Per difendere Dio occorre studiare la Parola al meglio, prepararsi il più possibile in tutti i campi, ritenere sempre a mente i concetti imparati, per esporli con la massima chiarezza e semplicità a quanti desiderano ascoltare le nostre valutazioni basate sulla Parola di Dio.

Dunque, dobbiamo apprendere i fatti o le evidenze del cristianesimo, soppesarle, portarle con chiarezza all’attenzione altrui, invocando la nostra onestà e quella di chi ci ascolta, cercando cioè di superare nel modo più brillante i pregiudizi annidati nella nostra e nell’altrui mente. Solo così si potranno chiarire le cose di Dio. Inoltre, la migliore difesa del cristianesimo è data dal comportamento del cristiano, comportamento che deve essere sempre onesto, pulito, lineare, disciplinato, alieno da ogni violenza.

 

Arrigo Corazza