LO SCHEMA DI REDENZIONE DI DIO
26 Marzo 2022PENSIERI SULLA PRIMA CORINZI (prima parte)
2 Aprile 202230 marzo 2022
L’attuale conflitto in Ucraina provocato dall’invasione russa voluta dal Presidente Putin ha riproposto all’attenzione di un “mondo occidentale” troppo pigro e assopito su se stesso, dimentico dei terribili fatti storici del Novecento, la dura e drammatica realtà dei dittatori di questo mondo, con i quali si tende talvolta a stabilire rapporti durevoli (specie per motivazioni economiche). Al contrario, occorre prestare continuamente la massima attenzione al totalitarismo, a quel fascismo che Umberto Eco definì “eterno” il 25 aprile 1995 alla Columbia University (New York), in un celebre intervento recentemente ristampato (sulla conferenza di Eco, vedi tutte le informazioni essenziali nella voce di Wikipedia, Il fascismo eterno. Interessante anche la lettura di Emilio Gentile, Chi è fascista, Laterza 2019).
Fatte le debite distinzioni, lo stesso stato di allerta vale certamente anche per il Regno di Dio. Dunque, nella Chiesa di Cristo non bisogna mai abbassare la guardia nei confronti dei vari papetti e censori, guidati dal precursore Diotrèfe (per la primazia: 3Gv 1:9-10), da Imeneo, Alessandro e Fileto (per la bestemmia dottrinale: 1Tm 1:20; 2Tm 2:17-18; 4:14) e da Iezabel, la profetessa (per la libertà sessuale e idolatria: Ap 2:20).
Alla figura di Diotrèfe ho dedicato un lungo studio (2006). Rimandando alla versione originale che si può scaricare in PDF qui sotto, presento avanti una breve sintesi delle conclusioni raggiunte con alcune integrazioni.
Inoltre, sul concetto di “eresia” nel N.T., vedi le quattro lezioni in PDF qui sotto.
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È assai probabile che nella Chiesa, prima o dopo, si debba registrare la presenza di credenti rivolti ad acquisire un primato indebito, tendente a distruggere la presenza e l’autorità del Signore nei cuori degli altri credenti e a rimpiazzarle. Che cosa fare quando li incontriamo? Come combatterli? Ovviamente non vanno “bruciati” (cioè annientati fisicamente) come si soleva fare in passato, ma fieramente avversati ed evitati (se impenitenti), perché non nuocciano alla Chiesa («Ammonisci l’uomo settario [letteralmente: “l’uomo eretico”] una volta e anche due; poi evitalo; sapendo che un tale uomo è traviato e pecca, condannandosi da sé»: Tt 3:10-11).
COMBATTERE TUTTI UNITI PER LA DIFESA DEL VANGELO
Non è una novità che nelle Chiese si tenti di mettere in discussione il Vangelo e i suoi servitori. Gli apostoli Paolo e Giovanni furono contestati (rispettivamente dai giudaizzanti e da Diotrefe). Agli eretici che li avversavano non interessava affatto che fossero Apostoli, inviati personalmente dal Signore (in realtà, se potessero, gli eretici combatterebbero persino contro Dio in persona: la loro sfrontatezza è illimitata). Parimenti, per gli eretici d’oggi la Bibbia – l’unica fonte di autorità nel cristianesimo – conta poco o nulla: l’attaccheranno al momento giusto, con le dovute maniere. Non bisogna chiedersi se lo faranno, ma quando, come e dove lo faranno.
Gli eretici adottano sistemi mafiosi; fanno perno sul controllo delle menti, su condizionamenti, su amicizie, parentele, simpatie, medaglie acquisite sul campo, maturità, cultura e via dicendo, per portarci dalla loro parte, ma noi dobbiamo resistere pensando che nessuno può confidare nell’uomo ai fini della salvezza: tale sicurezza nell’uomo sarebbe una fonte di maledizione e non di benessere (cfr. Ger 17:5: «Maledetto l’uomo che confida nell’uomo e fa della carne il suo braccio, e il cui cuore si allontana dal Signore!»).
Forti di avere l’armatura fornita dal Signore (Ef 6:11; 1Ts 5:8), a tutti i cristiani spetta il compito preciso di combattere per la fede una volta tramandata ai santi (Gd 3). Nessuno deve tirarsi indietro, mai, costi quel che costi. Non difenderebbe ciascuno di noi la propria famiglia con il coltello tra i denti? Dispiace davvero che talvolta gli eretici trovino la strada spianata in quelle Chiese che intendono signoreggiare e che solo pochi cristiani si prendano la briga di fronteggiarli. In casi simili, dov’è la maggioranza dei fratelli? E intanto i papetti agiscono a loro piacimento, facendo tutto e il contrario di tutto: insomma, imperversano … Nelle Chiese bisogna onorare e aiutare chi affronta i nemici di Cristo che vogliono danneggiare la sua Chiesa, che è il tempio di Dio (1Cor 3:16-17). L’apostolo Paolo ci ricorda che l’eresia (“divisione”) è necessaria perché gli approvati (da Dio) risultino davvero tali (1Cor 11:19), con i fatti e in verità e non solo con le parole (1Gv 3:18). Occorre durare molta fatica nel Regno, dove non tutto è rose e fiori, perseverando sino alla fine (Mt 10:22).
EDUCARE LA CHIESA
Per combattere tutti insieme in difesa del Vangelo, è necessario che la Chiesa sia preparata al riguardo. I ministri che il Signore ha stabilito nella Chiesa (evangelisti, pastori e insegnanti) insieme con gli apostoli e i profeti (che parlano attraverso il N.T.: Ef 4:11-12), debbono educare la Chiesa, nel corso del tempo, alla conoscenza e alla pratica della verità di Gesù Cristo. Quanto più i fratelli sono approfonditi nel Vangelo, tanto meglio potranno resistere alle insidie del maligno. È capitato spesso, nella storia delle Chiese, che la conoscenza della Scrittura sia demandata, in pratica, a un solo, che fa e disfà. Questo non va assolutamente bene; i risultati di questo stato di cose si vedranno a suo tempo. Tutti i credenti debbono crescere all’altezza del Cristo (Ef 4:15), rispettando e onorando sempre, però, i singoli doni e servizi.
EDUCARE LA CHIESA UNICAMENTE CON IL VANGELO
Talvolta si ha la tendenza, nelle Chiese e tra cristiani, a creare dipendenze, ducetti e divisioni a causa di realtà, questioni, cose, progetti e dottrine che non hanno nulla a che spartire con la Bibbia e con la Chiesa stessa. Tali realtà (dai giornali alle case di cura, per passare attraverso le scuole bibliche, convegni locali, nazionali, europei, mondiali, campeggi, momenti sul monte, al lago, in piscina, in montagna, al parchino e via dicendo) vanno benissimo se collocate fuori della Chiesa di Cristo, non dentro, perché non costituiscono un modello neotestamentario da seguire. Non bisogna confondere i due piani, pena il rischio di combinare grossi guai. Disgraziatamente, proprio a causa di queste realtà che esulano dal contesto neotestamentario, può introdursi nelle Chiese e tra cristiani anche la possibilità di contrasti gravidi di conseguenze, che possono persino portare a divisioni ingiustificate. Tutto quel che accade in una Chiesa, anche la separazione, deve avere una motivazione esclusivamente biblica.
STABILIRE MODELLI BIBLICI CHIARI E DEFINITIVI
La Chiesa di Cristo segue unicamente i modelli neotestamentari riguardo a tutti gli aspetti della vita della comunità di Dio nel Signore Gesù. Quanto ai servitori del vangelo, troppo spesso i Diotrefe di turno (i capetti, i ducetti, i censori) emergono perché sono (stati) viziati dalle Chiese, da credenti che hanno senza dubbio la tendenza a idealizzare e magnificare gli uomini piuttosto che Dio. Falsi cristiani come Diotrefe diventano, perciò, modelli di riferimento “positivo” per molti, salvo poi a creare un’enorme confusione e divisione (giacché, a differenza di Dio, l’uomo non è mai costante a se stesso). I tre capitoli iniziali della prima lettera di Paolo ai Corinzi dovrebbero essere un monito perenne per tutti coloro che, nelle Chiese, piegano verso questo modo di pensare. I bravi, onesti, dedicati operai nel Regno di Cristo meritano pienamente tutto il rispetto, la stima, l’apprezzamento e il sostegno loro dovuti dalla fratellanza, ma niente di più. Soprattutto finché rimangono nei confini d’opera a loro attribuiti dalla Parola di Dio.
Arrigo Corazza