LA PROPAGANDA E IL CRISTIANO

CHIESE SCRITTURALI, AUTONOME, INCOMPLETE E NON AUTOSUFFICIENTI
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LA PROPAGANDA E IL CRISTIANO

1 luglio 2022

 

La propaganda non si addice né al cristiano né alla Chiesa di Cristo.

Il prossimo deve apprezzare la solidità di pensiero e azione del cristiano.

Grazie alla propaganda, il cielo d’Italia è pieno di asini che volano.

 

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Propaganda (Treccani, Vocabolario on line)

  1. Azione che tende a influire sull’opinione pubblica, orientando verso determinati comportamenti collettivi, e l’insieme dei mezzi con cui viene svolta.
  2. Complesso di notizie destituite di ogni fondamento, diffuse ad arte e per fini particolari.

 

* * *

 

Fin dalle origini del mondo, una bestia terribile si aggira feroce nei suoi meandri: LA PROPAGANDA. Nonostante la riconosciuta ed estrema pericolosità, molti (dal santo al diavolo, dal povero al ricco, dal più bello al più brutto) desiderano intrattenere rapporti con lei. Ricordando le celeberrime immagini dell’Apocalisse giovannea (Ap 17:1,15,16; 19:2), si potrebbe dire che essa è una delle grandi prostitute dell’umanità. Qual è il motivo di quest’attrazione fatale, se non che – prima o dopo, in tutti i campi – un po’ di propaganda è necessaria per raggiungere taluni scopi prefissati (per i quali si farebbe di tutto, anche se essi giacciono sullo sdrucciolevole crinale tra il lecito e l’illecito)? Insomma: la propaganda (ne basta appena un pizzico) può essere utile sempre, ed è bene tenerla pronta. Essa ci conquista con il suo fascino, la sua potenzialità nell’immediato. Insomma: hic et nunc (“qui e ora”), cioè subito. Esattamente il contrario dell’idea di costruzione futura che ha il cristiano.

In Genesi 3, mischiando un po’ di vero con un po’ di falso, la propaganda satanica spinge l’uomo verso vette che non gli sono proprie: sarete come Dio (quindi, “andremo”, “diremo”, “faremo” …). E i nostri progenitori – assai poco rispettosi della Parola di Dio – abboccarono l’amo senza riflettere, introducendo il peccato nel mondo. Questo è un dato di fatto biblico, non a caso messo all’inizio delle Sacre Scritture: il dramma descritto in Genesi 3 è infatti un monito perenne al lettore di tenere in debito conto ciò che Signore dice.

Ricordiamo i dittatori del Novecento, che fecero della propaganda uno strumento formidabile, catapultando l’umanità in un abisso dal quale stiamo ancora tentando faticosamente di emergere.

Le seguenti sono solo alcune delle gravi magagne che la propaganda si porta dietro:

  1. far vedere lucciole per lanterne,
  2. magnificare ciò che è invece penoso e limitato,
  3. gettare fumo negli occhi della gente,
  4. schivare la soluzione dei veri problemi dati dalla vera realtà.

 

IL TEMPO E LA PROPAGANDA

Soprattutto, la propaganda non ha rispetto per il tempo dell’agire che fa seguito al tempo delle scelte. Si tratta di due modi diversi di considerare il tempo. Infatti, un conto è prendere una decisione, un altro conto è metterla in pratica, consentendo al tempo di generare i risultati naturali e conseguenti, senza aborti. La propaganda non ama la lunga gittata ma la breve, per ottenere immediatamente ciò che desidera. È anche vero, però, che la breve gittata potrebbe durare anni o addirittura decadi: il nazismo, che annunciava il Terzo Reich millenario, si concluse nell’arco di dodici anni, mentre il fascismo nostrano finì in ventuno.

La cosa paradossale è che la propaganda, pur dicendo di guardare ai risultati nei tempi lunghi (quando in realtà vuole il contrario), non potrà ottenerli per mancanza di presupposti consistenti e durevoli. Dunque, si tratta di un fumo che annebbia la vista lì per lì, ma che diradandosi lascia spazio a ciò che era prima. Qui sta l’assoluta pericolosità della propaganda, che si basa sul nulla e va verso il nulla, e non potrebbe essere altrimenti.

 

I NODI VERRANNO AL PETTINE

Trattando della propaganda, la sensazione è che, prima o dopo, i nodi verranno al pettine e si chiederà conto a chi l’ha così spavaldamente brandita, proprio come una spada. E la risposta più ovvia sarà: «ma era solo di un tentativo!» (che, nondimeno, conveniva evidentemente a qualcuno).

Ora, non c’è niente di sbagliato nel tentare di migliorare certe cose. Infatti, una realtà proposta può essere buona, utile e resistente nel tempo, a patto di sapere esattamente che cos’è, com’è fatta e quali tempi di attuazione richiede. Bisogna essere chiari. In tal modo, seppure il fallimento dovesse incorrere, almeno il dolo non verrà imputato. Possiamo anche avere intuizioni futuristiche, che altri non vedono, possiamo nutrire fortissime e radicate speranze, che altri non hanno, ma occorre sempre tenere nella giusta considerazione le condizioni storiche d’azione. Soprattutto in Italia, sperare di cambiare le cose è uno stimolo assai lodevole, giusto e sacrosanto (nulla si ottiene se non si fa nulla), che però deve fare i conti con la mentalità qui imperante (lo stesso discorso vale per ogni altro Paese). All’inizio si possono persino ottenere risultati incoraggianti, che alla lunga, però, si scontreranno fatalmente con la tragica realtà, con quel muro altissimo e difficilmente perforabile in tempi brevi che si chiama “mentalità”.

Questo discorso vale soprattutto per ciò che concerne la predicazione in Italia del vangelo e la vita nel Regno di Dio, ch’è la Chiesa di Cristo. Occorre armarsi di santa e biblica pazienza e continuare indefessi nella testimonianza, a ogni costo, senza sogni impossibili (ad esempio, quello di numerose conversioni in tempi brevi). Nel Regno di Dio le cose si fanno con il tempo di Dio, sicché la propaganda umana non deve trovare alcun spazio. Se per battezzare una persona possono volerci anche tre anni, questo farà capire pure qualcosa. O no? Non siamo più in grado di aspettare fiduciosi?

Oppure dobbiamo sperare che sbarchi in Italia, come già periodicamente in passato, qualche nuovo colonizzatore in grado di offrire pacchi dono, vista la crisi imperante? Prima che faccia guai seri, è meglio che qualcuno lo informi che questa brillante idea è tanto vecchia quanto il cucco: fu messa in pratica già settant’anni fa e si rivelò disastrosa. Meglio non usarla; meglio rifarsi unicamente al Vangelo, anche se ci sarà da aspettare settant’anni per vedere eventuali risultati … Dopo un po’ il colonizzatore, appuntata qualche medaglia sul petto, torna a casetta sua e ci lascia qui a raccogliere i cocci …

Ad ogni modo, sempre meglio il frettoloso colonizzatore di turno, ingenuo e ignorante di storia degli Italiani, che san Carlo Magno, il re dei Franchi canonizzato dalla Chiesa Cattolica nel 1165, che, quanto a conversioni di massa, aveva un’altra pratica: o ti converti al cattolicesimo o ti decapito. E così fu per migliaia di Sassoni (4.500, pare; massacro di Verden, 782 d.C.). Almeno sembra …

 

LA PROPAGANDA E I CRISTIANI

Abbiamo parlato dei nefasti effetti della propaganda nelle società; diventa dramma allorché essi riguardano i cristiani.

LA STORIA DI SIMONE IL MAGO (At 8:9-24)

«Vi era un tale, di nome Simone, che già da tempo esercitava nella città le arti magiche, e faceva stupire la gente di Samaria, spacciandosi per un personaggio importante. Tutti, dal più piccolo al più grande, gli davano ascolto, dicendo: “questi è ‘la potenza di Dio’, quella che è chiamata ‘la Grande’. E gli davano ascolto, perché già da molto tempo li aveva incantati con le sue arti magiche» (At 8:10-11).

Pur nella sua estrema tristezza, la storia di Simone il Mago è emblematica. Quello spaccone si spacciava per qualcuno di grande. Ma giunto il vangelo in Samaria, dopo aver ricevuto il battesimo, Simone (il Maghetto Meschinetto Furbetto Del Quartiere) fece una gran brutta fine, implorando Pietro e Giovanni che non capitasse nulla di ciò che gli avevano predetto (At 8:24), visto che aveva tentato di comprare il dono proprio degli apostoli d’imporre le mani per ricevere lo Spirito Santo. Simone, che pure aveva affascinato tutti con reboanti affermazioni e trucchetti magici, finì miseramente. La sua propaganda, che gli valse un periodo di gloria, ebbe vita breve.

GLI ERETICI

«Sono mormoratori e scontenti; camminano secondo le loro passioni; la loro bocca proferisce cose incredibilmente gonfie, e circondano d’ammirazione le persone per interesse» (Giuda 1:16).

«Con discorsi pomposi e vuoti adescano, mediante i desideri della carne e le dissolutezze, quelli che si erano appena allontanati da coloro che vivono nell’errore; promettono loro la libertà, mentre essi stessi sono schiavi della corruzione, perché uno è schiavo di ciò che lo ha vinto» (2Pt 2:18-19).

I CRISTIANI ABORRISCONO LA PROPAGANDA

Il discepolo di Cristo è abituato a dire il vero, a non fare promesse se non è sicuro di poterle mantenere, a operare fattivamente nel Regno di Dio con le forze a disposizione (e non con quelle che sogna di avere), a fare in parole e opere secondo l’autorità di Cristo (Col 3:17). Il cristiano, che non è un fanfarone, deve essere solido nel suo modo di pensare e dire, in modo che il prossimo possa ammirare questa qualità.

Il cristiano sa che le conversioni (anche numerose) risultano buone e positive soltanto se sono l’esito di un cammino spirituale le cui radici affondano nella Parola di Dio. Se sono invece il risultato di un’azione propagandistica priva di alcuna REALE base biblica, allora non contano nulla perché vengono dal nulla e portano giocoforza al nulla. Non si scappa.

Prima o dopo, se esistente, la propaganda di cristiani e chiese verrà smascherata. Non c’è alcun dubbio al riguardo. E allora chi ne è responsabile renderà conto al Signore Gesù. La speranza, nell’attesa del giudizio finale, è che i numerosi e grossi guai fatti possano essere riparati. Settant’anni di predicazione del Vangelo in Italia raccontano purtroppo una storia ben precisa e poco edificante. Ma sembra che non si voglia mai imparare nulla dagli esempi storici che riguardano chiese di Cristo in Italia.

La domanda finale è: perché mai un cristiano o una chiesa di Cristo dovrebbero essere attratti dalla propaganda e dai suoi risultati? Il vangelo di Gesù Cristo, predicato come merita, rispettando i tempi e i modi del vangelo, non va più bene? Abbiamo forse bisogno della spintarella umana, nelle Chiese di Cristo? La Bibbia non basta più?

 

L’UMILE ORGOGLIO DI CHI SEGUE IL N.T.

Il Signore ricorda l’opera rispettosa e umile di chi si è dedicato a lui e alla vita della Chiesa di Cristo: «siamo persuasi riguardo a voi di cose migliori e attinenti alla salvezza; Dio infatti non è ingiusto da dimenticare l’opera vostra e l’amore che avete dimostrato per il suo nome con i servizi che avete resi e che rendete tuttora ai santi» (Eb 6:9-10).

Si può essere orgogliosi di ciò che abbiamo fatto o stiamo facendo nel Regno di Dio? Certamente sì! Personalizzando l’idea, quanto sarebbe bello se ciascun cristiano in Italia potesse dire:

«SONO ORGOGLIOSO …»

  1. di avere conosciuto Cristo e di essere stato da lui inserito nella sua assemblea (At 2:47);
  2. di essere parte di Chiese di Cristo composte di pochi membri, incomplete (è vero) secondo l’organigramma biblico ma sempre consapevoli di avere cercato di fare il meglio, senza mai essersi sentite mutilate dal punto di vista della speranza della salvezza;  
  3. dei mei compagni di viaggio in queste chiese, che hanno continuato a fare il proprio dovere con semplicità e amore per il Signore anche nei momenti più duri;
  4. della Parola di Dio, che non muore mai e che non tradisce mai, a differenza dell’uomo;
  5. di combattere in Italia contro un sistema potentissimo che domina da più di un millennio, che annienta le forme di spiritualità biblica basandosi su iniziative antiscritturali e propagandistiche – in sostanza sugli uomini, visti in tutto il loro potere e carnalità più bieca;
  6. di chi mi ha educato a verificare sulla Scrittura se le cose insegnate, dette, proposte, siano o no nella Scrittura stessa (At 17:11);
  7. dell’incredibile pazienza che abbiamo nel nostro tormentato Paese, soprattutto per ciò che pertiene alle questioni religiose;
  8. di essere cresciuto in Chiese di Cristo scritturali e autonome, che hanno sempre cercato (pur nelle loro limitate capacità numeriche ed economiche) di stare nella Bibbia e con la Bibbia;
  9. di non avere mai visto, nelle chiese che ho frequentato, l’imperio della propaganda, che tanta presa ha purtroppo su molti, incapaci oramai di stare sul pezzo e continuare sino alla fine pur nella precarietà della situazione generale;
  10. di credere SEMPRE al Signore e MAI all’uomo (cioè al Pinco Pallino di turno, che oggi c’è e domani sparisce);
  11. di affidarmi fiducioso SEMPRE al Signore e MAI all’uomo (cioè al Pinco Pallino di turno, che oggi c’è e domani sparisce).

 

Arrigo Corazza