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LA BESTEMMIA NELLA BIBBIA

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  • In ebraico è qillel.
  • Il gruppo lessicale greco blasphemìa ricorre 56 volte nel N.T: 34 volte il verbo, 18 il sostantivo e 4 l’aggettivo (At 6:11; 2Tim 3:2; 2Pt 2:11; 1Tim 1:13).
  • Blasphemèo: “oltraggiare, ingiuriare, insultare, diffamare”.
  • Blasphemìa βλασφημία: “ingiuria, insulto, oltraggio, diffamazione” (Ap 2:9; elenco di vizi Mc 7:22; Col 3:8: Ef 4:31, 1Tm 6:4).

 

BESTEMMIA: DUE SIGNIFICATI

In generale:

parlare male di qualcuno o a qualcuno. Quindi, attentare all’onore o alla fama di persone (maledizioni, oltraggi, calunnie, imprecazioni e via dicendo).

  • 2Re 19:3,6,22; Mt 12:32; 15:19; Mc 3:28; 7:22; Rom 3:9 ecc.

In modo più specifico:

parlare male di Dio o delle persone o cose che si trovano in relazione con Dio (anche mediante segni o gesti).

  • Is 52:5; Ez 35:12; Dan 3:33; Mt 26:65; Mc 14:64; Lc 5:21; At 6:11; Rm 2:24; 1Tm 6:1; Gc 2:7; 1Pt 4:4; 2Pt 2:2; Giuda 1:10.

 

LA BESTEMMIA NELL’ANTICO TESTAMENTO

  • Era proibita dalla Legge mosaica e portava alla lapidazione (Lv 24:15,16).
  • Riguardava tanto i Giudei quanto i non Giudei (Lv 24:11-16).

 

LA BESTEMMIA NEL NUOVO TESTAMENTO

  • I pagani oltraggiano il nome di Dio (Rm 2:24) e di Cristo (Gc 2:7), mentre gli eretici ingiuriano sia la chiesa, sia la fede (1Tm 1:20; 2Pt 2:2), sia le potenze angeliche (Giuda 1:8ss; 2Pt 2:10ss).
  • I cristiani devono fare attenzione affinché le realtà del Regno non sia oggetto di diffamazione: la salvezza (Rm 14:6); «il nome di Dio e la dottrina» (1Tm 6:1), la Parola di Dio (Tit 2:5).
  • Si bestemmia contro Dio, Gesù, lo Spirito Santo e la dea Artemide (At 19:37). Il furioso persecutore Paolo di Tarso è una creatura blasfema (1Tim 1:13). Da At 26:11 sappiamo che egli costringeva i cristiani vessati a bestemmiare Gesù – forse con la locuzione Anàthema Iesoùs Ἀνάθεμα Ἰησοῦς («Gesù è maledetto [da Dio]»: cfr. 1Cor 12:3)?
  • La diffamazione è un peccato particolarmente odioso giacché esce dal cuore e macchia la creatura umana (Mt 15:19; Mc 7:21-23).
  • È considerata tale ogni usurpazione dei diritti di Dio. Si notino le accuse rivolte Gesù quando si arroga il diritto di perdonare i peccati (Mt 9:3; Mc 2:7: Lc 5:21) o quando si equipara a Dio (Gv 5:18; 10:33-36). Il Signore è condannato a morte come bestemmiatore perché fa proprie le prerogative di Dio (Mt 26:64-66; Mc 14:62-64). In At 6:13 e 7:56-59 subisce la lapidazione per avere espresso la nuova rivelazione di Dio sul Tempio e la Legge di Mosè.

 

LA BESTEMMIA E GLI ERETICI

Essa caratterizza i falsi profeti, gli eretici e gli empi (specie la bestia dell’Apocalisse giovannea): 2Tm 3:2; 2Pt 2:10,12; Giuda 1:8-9; Ap 13:1,5,6; 17:3.

 

LA BESTEMMIA CONTRO LO SPIRITO SANTO

  • «Dio, nostro Salvatore, vuole che tutti gli uomini siano salvati e vengano alla conoscenza della verità» (1Tim 2:3-4).
  • «Perciò io vi dico: “ogni peccato e bestemmia sarà perdonata agli uomini; ma la bestemmia contro lo Spirito non sarà perdonata. A chiunque parli contro il Figlio dell’uomo, sarà perdonato; ma a chiunque parli contro lo Spirito Santo, non sarà perdonato né in questo mondo né in quello futuro”»(Mt 12:31-32).
  • «In verità vi dico: “ai figli degli uomini saranno perdonati tutti i peccati e qualunque bestemmia avranno proferita; ma chiunque avrà bestemmiato contro lo Spirito Santo, non ha perdono in eterno, ma è reo di un peccato eterno”. Egli parlava così perché dicevano: “Ha uno spirito immondo”» (Mc 3:28-30).

 

* * *

 

Previo ravvedimento, qualunque peccato può essere perdonato, anche la bestemmia contro il Figlio dell’uomo. Diverso è il caso della bestemmia contro lo Spirito Santo, che non è remissibile.

Il contesto di Mt 12:31-32 e in Mc 3:28-30 ci aiuta a capire il significato di queste dure parole del Signore: si tratta dell’attribuzione a Satana delle opere salvifiche e divine compiute da Gesù grazie all’intervento soprannaturale di Dio. Quando il peccatore respinge le fonti del perdono, in primis la fede, senza la quale non può esservi conversione, commette un peccato irremissibile in eterno (in questa e nell’altra vita). E ciò non causa di Dio, ma di se stesso e della durezza del proprio cuore.

 

Arrigo Corazza