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IL PAPA, LO SPIRITO SANTO E IL CONCLAVE

4 aprile 2024

 

Nella storia del cattolicesimo, anzi nelle fibre stesse del cattolicesimo, il Conclave (l’assemblea dei cardinali chiamata a eleggere il Papa) è una realtà mantenuta segretissima. Si sa solo che, secondo la dottrina cattolica, il Papa vi è designato dallo Spirito Santo. I cardinali partecipanti sono tenuti al silenzio, il Papa no.

In virtù di tale facoltà, il Pontefice attuale, detentore del potere assoluto, ha voluto desacralizzare il Conclave, sollevando il velo (chissà perché) su questo segreto. In un libro intervista El sucesor (“Il Successore”), ci fa sapere che nel Conclave del 2005 si ebbe in realtà un vortice di macchinazioni volte a evitare l’elezione del Papa tedesco (altro che Spirito Santo!). Ma lui, Bergoglio, pure strumentalizzato, si batté per Ratzinger, che fu poi scelto. Bergoglio ci dà taluni dettagli (piuttosto fastidiosi – a dire il vero – per lo spirito di chi segue solo la Bibbia) dell’andamento di quel Conclave. Di tutto ciò hanno dato notizia i mezzi di comunicazione in data 3 aprile 2024. Insomma: non una bella figura per lo Spirito Santo, disgraziato Lui!

Secondo il professor Giovanni Maria Vian, illustre specialista della storia della Chiesa e per undici anni (2007-2018) direttore dell’Osservatore Romano (il quotidiano della Santa Sede), una prima desacralizzazione del Conclave si deve a «Ratzinger nel ’97, parlando a una tv bavarese. Gli chiesero com’era possibile ci fossero stati tanti papi indegni, nella storia, e lui rispose che il ruolo dello Spirito Santo è di non permettere che tutto vada in rovina, non di indicare chi votare» (Corriere della Sera, 4 aprile 2024). Come a dire: l’autorità deve comunque esistere; poi se emerge qualcuno marcio o inadatto aspettiamo che passi …

E a noi, piccoli piccoli, meschini, cadono le braccia! Ma come? E lo Spirito Santo? Non era Lui a scegliere il Papa, come ci hanno sempre detto? Finalmente, ora veniamo a sapere che lo Spirito Santo, poveretto anche Lui, non c’entra assolutamente niente nell’elezione di qualunque Papa.

Chi ha sempre coltivato con pazienza questa convinzione basandosi sul silenzio completo delle fonti bibliche in proposito, ha ricevuto finalmente la conferma ufficiale.

Chi viceversa non ha mai avuto questo pensiero (oppure ha fatto finta di niente pur sospettandolo), ora sa come stanno realmente le cose, e lo sa dalla massima autorità del cattolicesimo. Verosimilmente, però, se ne disinteresserà al pari di prima: si tratta solo di una notizia (o di una notiziola, tutt’al più) come un’altra, che non cambia la vita, che non lascia alcun segno né nascosto né visibile sulla coscienza dei credenti cattolici. In merito, invece, ci vorrebbe una vera e propria robusta reazione spirituale da parte loro.

Cca’ nisciun è fess, dice la frase napoletana resa celebre da Totò: chi si prende la briga di disturbare il normale andamento della religione più vicina ai desiderata (“desideri”) dei credenti, religione nella quale – sostanzialmente – ognuno crede e fa quello che più gli pare, piace e, soprattutto, conviene (tanto nessuno gli dice nulla)? Il cattolicesimo è la più facile e semplice delle religioni: tu non devi fare niente, tutto è stato già predisposto per te, adeguati finché puoi o vuoi (soprattutto). Perché dunque increspare le placide acque? Che tutto scorra come prima, come sempre …

Ad esempio, sanno i cattolici che non frequentare la messa nei giorni di precetto è peccato mortale? Il Catechismo della Chiesa Cattolica (CCC 2181) recita così in proposito: «i fedeli sono tenuti a partecipare all’Eucaristia nei giorni di precetto, a meno che siano giustificati da un serio motivo (per esempio, la malattia, la cura dei lattanti o ne siano dispensati dal loro parroco) … coloro che deliberatamente non ottemperano a questo obbligo commettono un peccato grave». In altro momento (2 dicembre 1984) Giovanni Paolo II spiega che un peccato grave è un peccato mortale (Reconciliatio et paenitentia, 17).

Ora, chi annuncia al cattolico tradizionalista/ateo/non frequentante che andrà all’inferno se non frequenta la messa? Certo, non lo farà il prete che bellamente se ne infischia – tanto, ai fini pratici, non cambia nulla: per la Chiesa Cattolica ciò che conta è non scoraggiare i fedeli, non provocarli, ma tenerli avvinti grazie alle tradizioni (sempre somministrate a dosi minime, non massicce e non tutte insieme). Poi, bene o male, senza nessuna sorpresa, tutto s’aggiusterà (quale risultato di una metodologia e di un modus operandi ben collaudati da parte delle autorità cattoliche): questo modo di ragionare è tipico di molti italiani.

 

IL CONCLAVE

Prima di chiudere, sintetizzando al massimo, informiamo che il Conclave (latinismo che significa “con chiave”, “chiuso a chiave”, “sottochiave”) fu stabilito a Viterbo per snellire le operazioni relative all’elezione del nuovo Papa, ruolo ancora vacante diciannove mesi dopo la morte di Clemente IV (1268). Stanchi dell’indugiare dei diciannove cardinali chiamati a eleggere il Pontefice, i viterbesi sigillarono gli stessi nel palazzo papale, mettendoli a pane e acqua e scoperchiando il tetto. Nondimeno, ci vollero ancora mille e sei giorni per portare sul soglio pontificio Gregorio X (1271).

 

CONCLUSIONE

Già tutta questa storia del Conclave dovrebbe farci capire che lo Spirito Santo non può essere così lento per quanto riguarda l’elezione del Pontefice (scherziamo, ovviamente; ma qui c’è poco da scherzare …). Dunque, come ci ha istruito Bergoglio, la spiegazione va cercata altrove, nei giochi di potere che hanno sempre caratterizzato la Chiesa Cattolica.

Da ultimo, occorre chiedersi: quanto saranno piaciute queste ennesime esternazioni della massima autorità del cattolicesimo? Il professor Vian sostiene che, dopo tutto questo chiacchierare, si corre il rischio della saturazione. Come dargli torto? Magari il nuovo Papa sarà sempre muto …

 

Arrigo Corazza