L’ANNIVERSARIO DELLA REVISIONE DEI PATTI LATERANENSI

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L’ANNIVERSARIO DELLA REVISIONE DEI PATTI LATERANENSI

16 febbraio 2024

 

Nel 380 d.C. l’imperatore Teodosio stabilì che il cattolicesimo fosse l’unica e obbligatoria religione ufficiale dell’Impero romano e tale rimase, tra annessi e connessi, per milleseicentoquattro anni.

Dopo il 390 d.C. Teodosio proibì il paganesimo, le apostasie e le eresie.

 

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Le domande e questioni da chiarire sul rapporto tra Stato italiano e Chiesa Cattolica sono molte e fondamentali, ma inesistenti appaiono le risposte da parte di chi ci governa dalla caduta del fascismo ad oggi. Si può fare qualcosa per cambiare questa situazione senza aspettare un millennio (vedi sotto?). Grazie.

 

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Non è paradossale che gli Italiani debbano risarcire la Chiesa Cattolica che, nei secoli, ha fatto proprio il potere della Roma imperiale pagana, usurpandolo? Non dovrebbe essere piuttosto il contrario? E quale prezzo ha pagato il cattolicesimo per diventare la potenza che storicamente conosciamo? Non si deve credere che proibire il paganesimo (390 d.C.) abbia impedito al paganesimo stesso di prendersi la rivincita attraverso una miriade di tradizioni non bibliche penetrate lentamente ma con costanza nella pratica cattolica, con buona pace del N.T., della legge di Cristo.

 

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Il prossimo 18 febbraio 2024 si compiranno quarant’anni dalla revisione del Concordato tra lo Stato italiano e la Chiesa Cattolica (Patti Lateranensi, 11 febbraio del 1929). Questa modifica, voluta dal governo Craxi appunto nel 1984, fu in qualche modo favorita una decina di anni prima dalla larga vittoria del “No” al referendum sul divorzio (maggio 1974), segno evidente che i tempi stavano cambiando (ma davvero?) nella società italiana. Dal referendum del 1974, dopo vari governi e vicissitudini tipiche della politica nostrana, si giunse finalmente al nuovo Concordato.

 

UN PO’ DI STORIA

“Conquistando” Roma il 20 settembre del 1870 con la famosa cannonata che aprì la Breccia a Porta Pia, i Piemontesi posero fine al potere temporale dei Papi, causando lo sdegno e l’arroccamento dei cattolici su posizioni difensive. Vi furono poi la legge delle Guarentigie del 1871 (unilaterale da parte del Regno d’Italia) e il Patto Gentiloni del 1913 (che permise ai cattolici di mettere piede nella politica italiana). La pacificazione avvenne ufficialmente l’11 febbraio del 1929 con i Patti Lateranensi voluti dal governo fascista.

Mussolini si preoccupò di porre fine al contenzioso durato circa sessant’anni (nonostante fosse ateo e acceso anticlericale; pertanto, il suo atteggiamento contraddittorio la dice lunga sull’influenza che il cattolicesimo ha sempre avuto nella società italiana). Sappiamo come andò a finire: il Duce del fascismo fece male i conti (i suoi conti), ma i Patti Lateranensi rimasero anche dopo di lui.

[Per inciso, Mussolini scrisse alla sorella Edvige poco prima di morire: «Nato cattolico apostolico romano, tale intendo morire. Non voglio funerali e onori funebri di nessuna specie. Benito». Negli ultimi tempi si nutrì anche della lettura della Vita di Gesù Cristo dell’abate lateranense Giuseppe Ricciotti. In precedenza, il 28 dicembre 1925, aveva desiderato regolarizzare in chiesa il suo matrimonio civile con Rachele Guidi].

Come detto, i Patti Lateranensi furono conservati anche nella Costituzione dell’Italia repubblicana (articolo 7). Pare che i comunisti, tranne Concetto Marchesi, votarono a favore del mantenimento (ma che strano! Altro eclatante esempio di potere cattolico … ), mentre decisamente contrari si espressero i socialisti. Pare altresì che Craxi, alla versione definitiva del nuovo Concordato del 1984, si sia chiesto dinnanzi al quadro di Garibaldi (celebre anticlericale massone) che teneva nel suo studio (e di cui era notoriamente un cultore): «Ci perdonerà?».

Ovviamente, a nessuno viene in mente oggi di fare una revisione del Concordato del 1984 (specie per ciò che riguarda sia l’insegnamento della religione cattolica nelle scuole, del quale si avvalgono sempre meno studenti, sia il meccanismo dell’otto per mille, pensato soprattutto per favorire i cattolici). Figuriamoci se tra i nostri politici qualcuno si prende la briga di rendere l’Italia un Paese moderno al pari di molti altri, anche in materia religiosa. Tutti i giorni moltissimi parlano male della Chiesa cattolica, ma, alla fin fine, guai a toccarla! È interessante sapere che, oltre ai cattolici, valdesi, battisti, ebrei, buddhisti e induisti, anche gli atei e agnostici (UAAR) vogliono fruire dell’otto per mille, ma il governo ha respinto la loro richiesta. Indomiti, si si sono rivolti alla Corte Europea dei diritti dell’uomo (nella legislazione europea l’ateismo risulta essere quasi equiparato a una credenza religiosa). Vedremo come finirà.

 

UN PO’ DI NUMERI

Dal 20 settembre 1870 a oggi sono trascorsi centocinquantaquattro anni; dal 1870 al 1929, cinquantanove anni; dal 1984 a oggi quarant’anni; addirittura, da quando l’imperatore Teodosio stabilì che il cattolicesimo fosse la religione di Stato (380 d.C.), milleseicentoquarantaquattro anni. E ci vollero milleseicentoquattro anni (fino alla revisione di Craxi) per abolire questa dizione! Quindi, apprendiamo rassegnati che, comunque, le cose si fanno anche qui da noi – seppure tra un millennio e l’altro. Beato chi camperà per vederle realizzate!

Ma se è vero che non abbiamo più il cattolicesimo come religione ufficiale dello Stato italiano, come la mettiamo con la mentalità? E, soprattutto, come la mettiamo con i quattro miliardi di euro che la Chiesa Cattolica parrebbe prendere dallo Stato italiano, insieme con un miliardo dall’otto per mille (all’insaputa di molti contribuenti)? 

 

CHE COSA DICE GESÙ, IL CAPO DELLA CHIESA

Gesù, che fino a prova contraria rimane il Capo della Chiesa (Col 1:18), ha tracciato mirabilmente e una volta per tutte la distanza che deve sempre esistere tra il Regno di Dio e il potere politico umano, due realtà che corrono su linee parallele (Mt 22:15-22). Ma a chi interessa ancora quel che pensa il Cristo in merito? Per il cristiano che vuole seguire solo il N.T. questa distinzione si rivela necessaria, dato che l’abbraccio tra la chiesa e il potere politico è mortale.

 

COME SI FINANZIA LA CHIESA DI CRISTO?

La Chiesa di Cristo si finanzia con l’unico metodo stabilito dallo Spirito Santo: la colletta dei cristiani nel primo giorno della settimana, la domenica, in ambito comunitario (1Cor 16:1). È assolutamente vitale che i cristiani desiderosi di seguire il N.T, si attengano al modello tracciato dal Signore, nel caso visto sopra e anche in questo. Se invece poi si vuol fare il cinema, si faccia pure, sapendo però che è infinitamente cosa migliore stare con il Signore che con gli uomini, sempre opportunisti e del tutto inaffidabili ai fini della salvezza eterna dell’anima. Nel cristianesimo i paradigmi o modelli creati dagli uomini sono destinati a perire prima o dopo – quantunque possano risultare all’inizio abbaglianti e forieri di gran successo. Rimangono soltanto i paradigmi o modelli neotestamentari.

 

Arrigo Corazza