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BERSAGLIO MANCATO

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Questa è una storiella significativa sulla predicazione del Vangelo. Con fare grave, tutto compreso del suo ruolo, il predicatore aprì la Sacra Scrittura e lesse Gc 3:6-9, scandendo bene le parole: «Anche la lingua è un fuoco, è il mondo della iniquità … è un male senza posa, e piena di mortifero veleno». E si accalorò assai contro i maldicenti, i calunniatori, i fabbricatori di menzogne, i seminatori di discordia e i pettegoli.

Mediante il suo sermone il predicatore aveva inteso colpire un certo fratello dalla lingua sicuramente troppo lunga, sperando che la pubblica esposizione di fatti ben precisi che lo riguardavano – pur senza farne il nome – lo spingesse a ravvedimento sincero e definitivo. E il sermone fu duro, eccome se fu duro! Al termine del culto, nel locale c’era un’aria plumbea. La tensione si poteva tagliare con il coltello. Una sorella, nervosa e depressa, prese il predicatore in disparte e gli disse: «Mi meraviglio di te, che ben conosci la Bibbia. Avresti dovuto parlarmi prima a quattr’occhi, invece di espormi alla berlina. So bene chi ti ha spifferato tutto, e ti assicuro che la pagherà cara!». Un fratello di una certa età, inappuntabile e rispettoso – un vero galantuomo –, gli annunciò con fredda determinazione (la si poteva leggere nei suoi occhi cerulei): «Non metterò più piede in questo mercato. Che vergogna!». Un altro lo apostrofò con finta allegria: «Non m’ero proprio accorto che c’eri anche tu al Circolo, venerdì sera. Birbantello, ti sei messo ad origliare, non è vero? Non ti si può proprio nascondere nulla!». Un altro ancora, tutto rosso in faccia, gli disse con aria di rimprovero: «Ero venuto qui per adorare Dio e non per subire un pubblico processo. Mi hai fatto passare per il peggiore mascalzone. Sono avvilito, annientato, distrutto. Guarda bene la mia faccia, perché certo non la rivedrai più».

Infine, il vero colpevole si fece avanti con calma flemmatica, quasi indisponente; con un ampio sorriso stampato sulla faccia simpatica, volle stringere dapprima con forza la mano al predicatore. Poi, una calorosa pacca sulla spalla e giù la sentenza: «Era ora! Meriti proprio un elogio, perché avevano veramente bisogno di una vigorosa strigliata». Il povero predicatore, sconsolato, se ne tornò a casa scuotendo la testa. Si dice che qualcuno l’abbia sentito mormorare più di una volta: «Ho mancato il bersaglio, e di rimbalzo ho colpito tutta l’assemblea. Chi doveva capire non ha capito!».

 

Sandro Corazza (1976)