ANDREA, IL PRIMO DISCEPOLO DEL SIGNORE
16 Novembre 2021CUORI RETTI
23 Novembre 202117 novembre 2021
«Beato l’uomo che non cammina secondo il consiglio degli empi, che non si ferma nella via dei peccatori; né si siede in compagnia degli schernitori; ma il cui diletto è nella legge del Signore (Yhwh), e su quella legge medita giorno e notte. Egli sarà come un albero piantato vicino a ruscelli, il quale dà il suo frutto nella sua stagione, e il cui fogliame non appassisce; e tutto quello che fa, prospererà. Non così gli empi; anzi son come pula che il vento disperde. Perciò gli empi non reggeranno davanti al giudizio, né i peccatori nell’assemblea dei giusti. Poiché il Signore conosce la via dei giusti, ma la via degli empi conduce alla rovina» (Sal 1:1-6).
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Per essere battezzato non occorre la laurea in lettere o in teologia: basta la semplice fede in Cristo Gesù quale Salvatore di tutti gli uomini. Per essere battezzato bisogna prima udire la predicazione dei Vangelo, e via via credere, ravvedersi, confessare Gesù come Signore. Negli Atti degli Apostoli vi sono esempi di battesimo immediato, vale a dire subito dopo aver udito la predicazione del Vangelo (cfr., ad esempio, At 2:37ss; 8:36ss.).
Dopo il battesimo, dopo essere stato aggiunto dal Signore alla Chiesa, sulla via della salvezza (At 2:47), il cristiano è spesso portato a ritenersi soddisfatto della propria elementare conoscenza delle cose di Dio che gli ha permesso di giungere alla fede in Cristo. In sostanza, il cristiano rimane indifferente alla crescita spirituale che si attua solo attraverso lo studio della Parola e la comunione coi fratelli, nella verità di Cristo. Tale atteggiamento è da respingere, poiché il discepolo di Gesù ha l’obbligo di dedicarsi sempre più allo studio della Bibbia allo scopo di evitare il peccato (in Mt 22:29, Gesù rimprovera ai Sadducei l’ignoranza della Legge mosaica: «voi errate perché non conoscete né le Scritture, né la potenza di Dio»). Non solo il dovere, ma anche il piacere di dimorare nella Parola di Dio (Sal 1). Moltissimi peccano perché sono completamente ignoranti del Nuovo Testamento, che è il Nuovo Patto in Cristo Gesù tra Dio e la creatura umana. Inoltre, chi si sente davvero soddisfatto della propria conoscenza del Vangelo? C’è sempre qualcosa da imparare.
Essere ignoranti della Parola di Cristo – Parola che ci giudicherà nell’ultimo giorno (Gv 12:48) – equivale a essere perduti nell’errore e nel peccato. Chi conosce la Bibbia, conosce Dio e chi conosce Dio è salvato se accetta Cristo, si riveste di lui nel battesimo (Gal 3:27), e mette in pratica, nell’amore, la sua volontà sino alla fine del presente stato di cose, che coinciderà con il ritorno di Gesù (Mt 28:20; 2Pt 3:10ss).
L’IGNORANZA DELLA PAROLA DI DIO CONDUCE IL POPOLO DI DIO ALL’APOSTASIA
Prima del popolo cristiano, della Chiesa cioè, che è il nuovo Israele, esisteva l’antico popolo di Dio, Israele. I rapporti tra il Signore (Yhwh) e il suo popolo furono assai tesi a causa della continua ribellione degli Ebrei, che spesso sfociava nell’apostasia (rinnegamento della propria religione). Vediamo alcuni esempi.
Intorno al 750 a.C., al tempo di Osea, il profeta dell’amore tra Dio e Israele, quest’ultimo periva per mancanza di conoscenza: ossia, per ignoranza della legge divina (Os 4:6).
Al tempo di Giosia, circa 640 a.C., gli Ebrei avevano perduto ogni senso del loro legame con la legge scritta di Dio (cfr. 2Cr 34:14-21), a causa dell’ignoranza delle nuove generazioni (cfr. Giudici 2:10).
Per le medesime ragioni la Chiesa di Cristo può allontanarsi dalla fede una volta per sempre tramandata ai cristiani (Gd 3). Paolo scriveva a Timoteo: «ti scongiuro, davanti a Dio e a Cristo Gesù che deve giudicare i vivi e i morti, per la sua apparizione e il suo regno: predica la parola, insisti in ogni occasione favorevole e sfavorevole, convinci, rimprovera, esorta con ogni tipo di insegnamento e pazienza. Infatti verrà il tempo che non sopporteranno più la sana dottrina, ma, per prurito di udire, si cercheranno maestri in gran numero secondo le proprie voglie, e distoglieranno le orecchie dalla verità e si volgeranno alle favole» (2Tm 4:1-4).
DIO RICHIEDE CONOSCENZA
Dio richiede conoscenza biblica (At 17:30), giacché ci ha dato la Bibbia affinché la conoscessimo (1Cor 2:12; Ef 3:1-5; Gv 7:17). L’ignoranza non è più ammessa per il cristiano, che deve pertanto studiare per crescere nella fede (Eb 5:11-14; 1Pt 2:2) e per ricordare le cose di Dio (2Pt 1:12-15). Dimenticare di leggere e studiare la Sacra Scrittura significa essere lontani da Dio (cfr. Sal 1:1-6; 119:1-8, 33, 40; Dt 6:6-9).
GLI IGNORANTI NELLA CHIESA
Nella Chiesa gli ignoranti della Bibbia non solo corrono vari rischi, ma sono anche assai pericolosi.
Riguardo ai rischi, noteremo in primo luogo che gli ignoranti sono soggetti a divenire facile preda dei falsi maestri (Mt 7:15-27; 1Gv 4:1), i quali predicano un altro vangelo, a misura delle loro esigenze (Gal 1:6-9; Col 2:8-10; 2Cor 11:13-15); in secondo luogo, per essi è semplice allontanarsi dalla verità (1Tm 4:1-5 At 20:28-32). Onde evitare entrambi i rischi, il cristiano deve studiare la Parola, crescere dopo il battesimo (Eb 5:11-14; 6:1-3), essere radicato nelle cose di Dio, nella salvezza (Ef 3:14-19; Col 2:6-7).
Riguardo poi ai pericoli che creano, gli ignoranti, non conoscendo a fondo la Parola e la volontà salvifica di Dio, ignorano la necessità della predicazione, impediscono il sano e semplice svolgimento dell’opera primaria della Chiesa, che è per l’appunto l’evangelizzazione e preferiscono evitare i problemi conseguenti alla difesa della verità (Lc 9:26; Gal 4:16; At 13:50-51; 14:19). È vero che i cristiani debbono vivere in pace con tutti, ma è altrettanto vero che ad essi spetta il compito di predicare la verità e di difenderla dagli attacchi di Satana: At 20:26-27; Gal 1:10).
Per di più, gli ignoranti amano le cose di questo mondo (1Gv 2:15-17), dal momento che non hanno i sensi esercitati a discernere il bene e il male (Eb 5:13-14) e non sono spirituali (1Cor 3:1-2), mentre il cristiano istruito nella volontà divina passa attraverso quel rinnovamento della sua mente che è il prodotto dell’apprendimento della Parola e della sottomissione ad essa (Rm 12:1-2).
Gli eretici (disgraziatamente spesso presenti nelle Chiese di Cristo) sono biblicamente ignoranti come capre, pur vantandosi di essere chissà chi o che cosa. Con discorsi pomposi ingannano quei cristiani che non costruiscono più la propria vita sulla Parola di Dio e tentano di distruggere le Chiese. Grazie a Dio e ai cristiani fedeli, non sempre ci riescono. Ne daranno conto al Signore nel giorno del giudizio. E non scamperanno perché hanno provato ad annientare il corpo di Cristo («Non sapete che siete il tempio di Dio e che lo Spirito di Dio abita in voi? Se uno guasta il tempio di Dio, Dio guasterà lui; poiché il tempio di Dio è santo; e questo tempio siete voi», 1Cor 3:16-17).
Arrigo Corazza