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«La bocca del giusto esprime parole sagge e la sua lingua parla con giustizia. La legge di Dio è nel suo cuore; i suoi passi non vacilleranno» (Sal 37:30-31).

 

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«Avendo purificato le anime vostre con l’ubbidienza alla verità per giungere a un sincero amor fraterno, amatevi intensamente a vicenda di vero cuore, perché siete stati rigenerati non da seme corruttibile, ma incorruttibile, cioè mediante la parola vivente e permanente di Dio» (1Pt 1:22-23).

 

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In Atti 8 spunta la storia di Simone il mago, che gode di larga fama nelle contrade di Samaria grazie all’esercizio delle sue arti magiche. Alla predicazione di Filippo in quelle parti, Simone crede e viene battezzato in Cristo insieme a una moltitudine di persone. Ciò fatto, la Sacra Scrittura riferisce lo stupore di Simone nell’assistere a tutti i miracoli che Filippo opera nel nome di Cristo. Possiamo ben immaginare che cosa passi per la mente di Simone, abituato a ogni genere di trucchetti. Tuttavia, quelli di Filippo non sono certo né i prodigi della magia, né il frutto di lunghe esercitazioni: per il mago deve pur esserci sia una spiegazione umana sia un modo per avere quel potere.

Nel frattempo a Gerusalemme, dove si trovano gli apostoli, giunge notizia dei progressi del vangelo in Samaria, per i quali la chiesa decide di inviare Pietro e Giovanni a pregare il Signore perché lo Spirito Santo discenda sopra i neo battezzati (At 8:16). Giunti sul posto, i due apostoli impongono le mani sui discepoli samaritani e infondono loro il dono di Dio. Simone, osservando che mediante tale imposizione la gente riceveva la facoltà di fare miracoli, pensa bene di corrompere gli apostoli, proponendo loro un affare: svelargli, in cambio di denaro, il segreto della trasmissione di tale potenza, in modo che anche lui sia in grado, nel suo girovagare, di distribuire i doni miracolosi. La risposta di Pietro è secca e durissima: «Il tuo denaro vada con te in perdizione, perché hai creduto di poter acquistare con denaro il dono di Dio. Tu, in questo, non hai parte né sorte alcuna; perché il tuo cuore non è retto davanti a Dio. Ravvediti dunque di questa tua malvagità; e prega il Signore affinché, se è possibile, ti perdoni il pensiero del tuo cuore. Vedo infatti che tu sei pieno d’amarezza e prigioniero d’iniquità. Simone rispose: “Pregate voi il Signore per me affinché nulla di ciò che avete detto mi accada”» (At 8:20-24)

Analizziamo il comportamento di Simone: egli crede nella Buona Novella, si lascia battezzare e diventa un cristiano, ma, alla prima occasione, nel suo cuore si dibattono pensieri malvagi e motivi umani che non si adattano alla nuova creatura in Cristo che è diventato. Le vecchie bassezze e le nuove ambizioni lo smascherano davanti al Signore. Il pensiero del suo cuore si rivela. Nel cuore si agitano, positivamente o negativamente, tutte le nostre sensazioni e là nascono e maturano i nostri peccati (Mt 15:19). Quante volte giudichiamo i nostri simili basandoci sull’aspetto esteriore, mentre il vero personaggio si nasconde nell’intimo, e solo Dio lo scruta e investiga in maniera infallibile! Chi non ricorda la celebre descrizione che Gesù fece degli Scribi e dei Farisei? Belli di fuori, ma dentro pieni di ossa di morti e d’immondizia (Mt 23:27). L’uomo non è in grado nel modo più assoluto né di indovinare l’essenza del cuore di nessuno, né ciò che in esso si cela. Le persone potranno forse ingannare gli uomini circa la loro devozione o rispondenza alla volontà divina, ma non potranno mai ingannare il Signore.

Il rispetto della Parola di Dio lo si avverte però anche esteriormente, così come il rispetto del suo silenzio. Se il cuore di un credente è consacrato al Signore, egli farà tutto e solo ciò che lui ordina. Dobbiamo forse compiacere agli uomini? Diceva Paolo, l’insigne apostolo dei Gentili: «se cercassi ancora di compiacere agli uomini, non sarei servitore di Cristo» (Gal 1:10). Simone è smascherato da Pietro, così come il Signore metterà a nudo ogni persona: gli operatori d’iniquità, i falsi maestri, gli eretici, così come i giusti, i facitori della Parola. Tutto e tutti saranno nell’ultimo giorno messi a fuoco dalla Parola del Signore.

Se c’è un insegnamento che ci giunge dall’episodio di Simone il mago, una lezione che ci deve interessare oggi in modo particolare e profondo, è la certezza che non potremo farla franca nei nostri malvagi intenti. Anche se siamo figli di Dio, anche se siamo stati battezzati in Cristo, anche se abbiamo ricevuto il dono dello Spirito Santo (At 2:38), siamo pur sempre esposti al pericolo e alla tentazione. Il nostro cuore potrebbe non risultare retto davanti al Signore e la nostra richiesta e preghiera di perdono potrebbero non essere più in grado di procurarci la remissione di certi peccati. Peccare contro lo Spirito è possibile anche oggi; peccare contro la rivelazione di Dio, offendendo la sua autorità, supponendo che certe cose che lui non ha ordinate siano di suo gradimento come quelle che lui ha ordinate, è presunzione pericolosissima. Peccare contro il Signore pensando che la sapienza umana sia pari, se non superiore, alla sua sapienza è chiaramente blasfemo. Torniamo umilmente a lasciarci guidare dalla sua Parola, con cuore retto, con anima consacrata e con spirito rinnovato. Morimmo con lui, e con lui resuscitammo nel battesimo (Rm 6), per seguire Dio abbandonando ogni umano intendimento e il peccato.

 

Arrigo Corazza