IL CULTO DOMENICALE: LA COLLETTA

IL CULTO DOMENICALE: LA PREDICAZIONE E L’INSEGNAMENTO
29 Settembre 2021
IL CULTO DOMENICALE: LA CENA DEL SIGNORE
29 Settembre 2021
Mostra tutto

IL CULTO DOMENICALE: LA COLLETTA

29 settembre 2021

 

Il culto della Chiesa costituisce la massima espressione della fede comunitaria, che è, a sua volta, risultato della fede individuale. Quel che pensiamo di Dio, della Chiesa, di noi stessi e dei fratelli si materia nel culto offerto a Dio in Cristo Gesù. Il culto domenicale della Chiesa si compone di cinque atti: canto, preghiera, predicazione, colletta, Cena del Signore. Soffermiamoci ora sulla colletta quale viene comandata dalla Parola di Dio.

 

LA COLLETTA

Le fonti neotestamentarie in proposito sono poche, ma assai chiare: 1Cor 16:1ss; 9:1-19; 2Cor 8 e 9; At 11:27-30; Rm 15:25-28; 1Tm 5:16-18. Esse ci consentono di capire quando, come e perché fare la colletta. Soprattutto, ci consentono di capire che la colletta riveste una funzione fondamentale nella Chiesa, la quale ha come compito primario la predicazione del Vangelo, che le consente di continuare l’opera del Maestro (Mt 28:18ss). Quest’annuncio va portato a compimento nella libertà e nella pienezza della verità e dello Spirito, se vuole essere veramente annuncio salvifico. Per predicare in libertà e verità, la Chiesa non può in alcun modo essere condizionata dall’esterno (quale che esso sia), ma si deve basare unicamente sulle proprie forze interne, che le permettano di adempiere la volontà divina. Pertanto, la colletta è il mezzo scritturale, lecito, attraverso cui la Chiesa raccoglie i fondi necessari alla sua vita e alla predicazione.

I cristiani dovrebbero sentirsi onorati di poter predicare il Vangelo a chiunque, continuando, nel proprio ambito, l’ineguagliabile missione del Signore. Se i cristiani non comprendono questo punto, allora assai difficilmente la colletta potrà risultare traboccante; la sua consistenza non dipende, infatti, dalla matematica, ma dallo spirito con il quale la si raccoglie tra i credenti: è il risultato di un servizio spirituale nato e cresciuto nell’amore del Vangelo. In quanto cristiani secondo il Nuovo Patto, cerchiamo di ricordare continuamente questo concetto.

Quindi, quel che conta non è raccogliere cento o mille, ma raccogliere secondo lo spirito che è in noi. Ricordiamo tutti l’elogio di Gesù alla povera vedova (Lc 21:1ss), che, pur donando certamente meno dei benestanti, dà tuttavia tutto quello in suo possesso avendo compreso l’esigenza posta dal Signore nella vita di un credente: «Cercate dapprima il regno e la giustizia di Dio e tutto il resto vi sarà dato in più» (Mt 6:33). È davvero una disgrazia che spesso, nelle Chiese di Cristo, si dimentichi il principio fondamentale per la crescita comunitaria: servire gli altri. Gesù ha dato l’esempio più grande di umiltà e servizio (Fil 2:1ss); noi, che eravamo peccatori e privi della grazia di Dio, abbiamo ricevuto dal Signore ogni sorta di beneficio spirituale e materiale. Tuttavia, dobbiamo chiederci se abbiamo compreso a fondo cosa vogliano dire queste stupende parole di Cristo: «V’è più gioia nel dare che nel ricevere» (At 20:35). Se sì, allora qualsivoglia sacrificio per Cristo, la sua Chiesa e i peccatori, sembrerà poca cosa.

 

LA COLLETTA VA USATA CORRETTAMENTE

Come abbiamo detto, scopo della colletta è far risuonare il Verbo divino nel mondo peccatore: ciò grazie alla Chiesa, che deve poter contare sui fondi necessari per adempiere tale fondamentale compito. Bisogna, pertanto, che la colletta sia usata soltanto per la predicazione del Vangelo di Gesù, per la vita e l’edificazione della Chiesa e per la benevolenza nei confronti dei fratelli poveri, giacché il N.T. non autorizza altrimenti. Il Vangelo sociale, la carità verso i poveri del mondo e altri usi impropri non appaiono nella Parola di Dio. Quindi, chi li pratica pecca contro il Signore (Ap 22:18s).

Sappiamo che il cristiano deve operare per il bene di tutti (Gal 6:10), ma con il proprio denaro e non con quello della Chiesa. Di conseguenza, occorre fare molta attenzione a distinguere l’azione della Chiesa di Cristo da quella del singolo cristiano: si eviteranno così intensi dolori e gravi danni spirituali.

Soffermandoci ancora sulla colletta, bisogna confessare che quest’argomento, in genere, è uno dei più ostici da affrontare all’interno della Chiese di Dio. Eppure, la Scrittura è davvero chiara al riguardo … Allora, perché tanti problemi, perché tante remore? Semplicemente, forse perché in Italia non vige molto la cultura del dare, ma piuttosto quella del ricevere; oppure, forse perché spesso non siamo maturi al punto tale da affrontare con serenità quest’aspetto della vita individuale e comunitaria. Eppure, non dovremmo sentirci orgogliosi di costruire spiritualmente, tutti assieme, grazie alla predicazione del Vangelo, la casa di Dio, comprendendo che tale annuncio, per rivelarsi puro, deve essere sottoposto alla cura unica dei cristiani e del tutto svincolato da fattori esterni? L’autonomia finanziaria della Chiesa è fondamentale per la corretta predicazione del Vangelo.

 

Arrigo Corazza