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LA DOTTRINA BIBLICA DELLA RIGENERAZIONE

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L’IDEA DELLA RIGENERAZIONE

In termini lati, l’idea di “rigenerazione” (da una parola latina che significa “rinascita”) non è sconosciuta alla massa, che vi ha fatto ricorso spesso e in molte maniere, come può adeguatamente provare la ricerca storica. Invece, per quanto concerne la rigenerazione di tipo spirituale, la maggioranza delle persone, ignare del messaggio biblico, non sa neppure di che cosa si stia parlando. Se di “rigenerazione” volessimo dare una definizione popolare svincolata da condizionamenti di tipo storico/sociologico, allora potremmo pensare a qualcosa di nuovo, diverso, in grado di modificare in modo sostanziale il nostro essere e comportamento. Per di più, se ci venisse chiesta la ragione di tale novità, potremmo affermare: la speranza. Per la gente, al solito, Dio in tutto questo processo non ha alcuna parte: solo la società, perennemente preoccupata di ottenere il meglio e scorgere l’inizio di una nuova era, è ritenuta in grado di causare il cambiamento atto a portare speranza agli uomini. Quando la modifica è radicale, immediata e violenta, si parla di “rivoluzione”. Dipendendo da attività umane, questo tipo di rigenerazione è soggetto a impreviste (e talora drammatiche) difficoltà e modificazioni.

Tutto ciò detto, si potrebbe concludere che presso talune società le componenti di “rigenerazioni” più o meno specifiche, sono state (o potrebbero essere) la NOVITÀ, la SPERANZA e l’INCERTEZZA. Ora, quanto alla rigenerazione di cui parla la Parola di Dio, vi sono due analogie (NOVITÀ e SPERANZA) e una differenza sostanziale (CERTEZZA) rispetto all’idea di “rigenerazione” propria del mondo: mentre l’idea di rigenerazione che presenta il N.T. ha indubbiamente a che fare con la novità (di vita) e la speranza (della vita eterna), al contrario del mondo essa ha la certezza (delle promesse divine). L’uomo fallisce, Dio no.

I cristiani, i discepoli di Gesù, debbono percepire la gioia della nuova nascita basata sulla ferma speranza e sicurezza della vita eterna promessa da Dio in Cristo. Preparata dagli scritti dell’A.T. (o Antico Patto), la nuova nascita è un tema fondamentale del N.T. (o Nuovo Patto): si tratta della prospettiva di entrare in relazione con il Padre attraverso un mediatore (Gesù Cristo) che l’uomo non può creare in alcun modo. Senza alcun dubbio, la Bibbia indica che, lasciata a se stessa, la creatura umana non può avere accesso al regno di Dio, e solo il Padre, tramite la grazia in Cristo, è in grado di salvare i peccatori. L’incarnazione del Figlio di Dio – fatto storico che giace alle fondamenta di tutto il messaggio biblico (il cristianesimo non ha nulla a che spartire con il mito) – non può subire modifiche, quali che siano le asserzioni delle varie filosofie umane.

Essendo carnale e soggetto al peccato, l’uomo può generare unicamente carne (Rm 7:14): solo Dio, che è amore (1Gv 4:8) e spirito (Gv 4:24), è in grado di creare realtà spirituali. La vita dell’uomo può essere illuminata unicamente dallo Spirito di Dio. Infatti, la rigenerazione spirituale proviene solo da Dio, e l’uomo può farla propria mediante la fede in Cristo, oppure rifiutarla. La rigenerazione spirituale non ha nulla a che fare con parametri umani (razza, nazionalità, popolo, e via dicendo). Piuttosto, è Dio che stabilisce i principi e le azioni che ne sono alla base e che consentono ad un peccatore di diventare figlio di Dio per adozione («in lui [Cristo] ci ha eletti prima della creazione del mondo perché fossimo santi e irreprensibili dinnanzi a lui, avendoci predestinati nel suo amore a essere adottati per mezzo di Gesù Cristo come suoi figli, secondo il disegno benevolo della sua volontà»: Ef 1:4-5). La cosa può piacere o no, ma, certo, sarebbe poco saggio metterla da parte senza un’adeguata riflessione. Il discepolo di Cristo, figlio di Dio per adozione, spera e prega che tutti i peccatori possano diventare cristiani secondo la volontà di Dio: questa è l’unica, vera determinazione che conti nell’ambito della realtà umana. Disgraziatamente, pochissimi tra coloro che ci circondano hanno sentore dell’importanza, della gravità e della necessità della nuova nascita secondo i canoni stabiliti da Dio.

 

LA RIGENERAZIONE NELL’A.T.

L’A.T. non fa precisa menzione di una nuova nascita indispensabile all’Ebreo, giacché per nascita, seguita dalla circoncisione all’ottavo giorno, il neonato apparteneva in pieno al popolo di Dio, e quindi non aveva necessità di alcuna rigenerazione. Eppure, l’esigenza di purezza ha sempre accompagnato le varie fasi della vita d’Israele: Israele è il primogenito di Dio (Es 4:22), generato fuori d’Egitto (Dt 32:6,18ss); la vita nel deserto è stata la sua infanzia (Dt 1:31; 32:10; Os 11:1-5). L’A.T. annuncia l’avvento di un nuovo patto basato non solo sulla legge di Dio (Legge mosaica), ma primariamente sull’effusione dello Spirito: la legge di Dio sarebbe stata incisa nel profondo del cuore (Gr 31:32-34; Dt 30:10-14). Lo Spirito rinnoverà il cuore del figlio di Dio (Ez 36:26-27).

In conclusione, si può dire che gli scritti dell’A.T. introducono l’idea della nuova nascita. Il Signore Gesù disse a Nicodemo che i maestri d’Israele avrebbero dovuto comprendere la nuova epoca segnata proprio da lui, il Messia (Gv 3:10-11). La loro mente, invece, era troppo basata sulla secolare tradizione della Legge mosaica per comprendere la straordinaria novità rappresentata dalla persona del Nazareno – chi era, da dove proveniva e dove conducevano i segni che stava compiendo. I contemporanei del Signore erano troppo condizionati per aprirsi in toto alla nuova rivelazione di Dio nella persona di Gesù.

 

LA RIGENERAZIONE NEL N.T.

Nei Vangeli sinottici (Matteo, Marco e Luca) Gesù non tratta in modo specifico della nuova nascita, ma annuncia il potere del seme immesso nel cuore dell’uomo quale principio vivificante di una nuova morale e di una nuova vita nello spirito (Mt 13:8-23). Ancora, Gesù sottolinea la necessità di ritornare allo stato dell’infanzia per entrare nel Regno dei cieli (cfr. Mt 18:3): come il bimbo è pronto a ricevere con cuore puro ogni cosa che gli proviene da altri, così l’uomo deve accettare le benedizioni dell’unico e vero Donatore con animo umile e con genuina buona disposizione. Occorre dunque ripristinare lo stato di purezza caratteristico del bimbo, ancora non corrotto dai peccati del mondo. Come Gesù, anche gli autori del N.T. affermano che ogni seme produce il suo frutto.

Così, per nascere di nuovo, i peccatori debbono ricevere da Dio (dall’alto) il principio divino della vita soprannaturale. Il che è possibile soltanto attraverso la Parola e lo Spirito. Quanto alla Parola, Gc 1:17-18,21 fa notare la necessità di ricevere con umiltà la parola impiantata in noi (stesso concetto ricorre in 1Pt 1:22-25: vedi 1Pt 2:2). Giovanni descrive il seme piantato in noi, che è all’origine della nuova vita in Cristo: il seme è Cristo stesso (1Gv 3:9), la Parola di Dio (1Gv 2:14; 5:18) che bisogna ricevere per fede. Quanto allo Spirito, Paolo ci fa sapere che ci rende figli di Dio (Rm 8:14-15; Gal 4:6). Lo Spirito, nel battesimo, genera i cristiani (Tt 3:5). La Parola di Dio e lo Spirito sono inseparabili e portano al battesimo, attraverso il quale si diventa “cristiano” e parte integrante della famiglia di Dio, la Chiesa di Cristo (1Tm 3:15).

Grazie alla rigenerazione divina, il cristiano è una nuova creatura (Tt 3:5; 2Cor 5:18), un uomo nuovo (Ef 4:24), cui importa solo ed unicamente la fede operante attraverso la carità (Gal 6:15; 5:6). L’uomo nuovo ha lasciato per sempre il passato, che l’opprimeva con la sua trasgressione, con l’orrore del vivere nel peccato (1Pt 2:1; Gc 1:21) e nelle sue passioni (1Pt 1:14). Incorporato alla vita stessa del Cristo (Rm 6:5), il cristiano vive sotto la mozione dello Spirito (Rm 8:14), mostrando il suo amore per i fratelli (1Gv 3:10- 11; 1Pt 1:22; Eb 13:1). Il più chiaro esempio della nuova esistenza nel Signore è dato da Paolo in Gal 2:20.

 

Arrigo Corazza (2008)