LA PASQUA CATTOLICA, INUTILE FRAMMENTAZIONE DELLO SPIRITO

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LA PASQUA CATTOLICA, INUTILE FRAMMENTAZIONE DELLO SPIRITO

28 marzo 2024

 

Paolo di Tarso ai Galati

«In quel tempo, è vero, non avendo conoscenza di Dio, avete servito quelli che per natura non sono dèi; ma ora che avete conosciuto Dio, o piuttosto che siete stati conosciuti da Dio, come mai vi rivolgete di nuovo ai deboli e poveri elementi, di cui volete rendervi schiavi di nuovo? Voi osservate giorni, mesi, stagioni e anni! Io temo di essermi affaticato invano per voi» (4:8-11).

 

«Sono stato crocifisso con Cristo: non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me! La vita che vivo ora nella carne, la vivo nella fede nel Figlio di Dio il quale mi ha amato e ha dato se stesso per me» (2:20).

 

* * *

 

La frammentazione / parcellizzazione / suddivisione della vita del cristiano in luoghi e tempi, non appartiene né allo spirito né alla lettera del cristianesimo insegnato dagli Apostoli e del quale ci parla quel libro unico e fondante detto “Nuovo Testamento”.

 

I LUOGHI

Nell’epoca apostolica non esisteva un posto che avesse maggiore importanza di altri nei quali figurava la Chiesa di Cristo. La creazione di cinque sedi vescovili maggiori (Alessandria, Antiochia, Costantinopoli, Gerusalemme, Roma) è il risultato di uno sviluppo storico secolare; altrettanto deve dirsi della definitiva affermazione di Roma quale capitale del cattolicesimo. Ogni Chiesa (“assemblea”) di Cristo era locale e autonoma quanto a culto e a dottrina.

 

I TEMPI

Dalla creazione della Chiesa a Pentecoste (Atti 2) e fino al ritorno del Signore Gesù (Matteo 24:36) siamo negli ultimi giorni, negli ultimi tempi (che sono i tempi della salvezza in Cristo, dello Spirito, del vangelo, della Chiesa), in progressiva e fiduciosa attesa della fine di questo mondo iniquo preda di Satana.

Nel cristianesimo apostolico non esistevano le festività quali noi oggi conosciamo nel cattolicesimo (che è quello che qui ci interessa vista la nostra tradizione storica). Affermatisi nel corso dei secoli, il Natale e la Pasqua erano del tutto sconosciuti ai cristiani del I secolo d.C., quando furono redatti i testi sacri del Nuovo Testamento. E appunto il Nuovo Testamento ci dà assoluta certezza che non esistevano le cosiddette “feste comandate”.

Per i cristiani del I secolo OGNI GIORNO era Natale e Pasqua, nel senso che essi ricordavano e onoravano la venuta al mondo del Salvatore e la sua risurrezione. OGNI PRIMO GIORNO DELLA SETTIMANA quegli stessi cristiani consumavano la Pasqua (“Cena del Signore”) insieme con gli altri fratelli e sorelle uniti in quella convocazione / assemblea unica che rispondeva al nome di “chiesa”, una società di credenti speciale, autonoma e di origine divina.

Perché il PRIMO GIORNO PER IL CULTO COMUNITARIO? Perché era il giorno del Signore (dominica dies in latino, donde la nostra “domenica”), il giorno che ricordava la sua vittoria definitiva sul peccato e sulla morte mediante la risurrezione.

Perché la Pasqua ogni domenica? Perché nel primo giorno della settimana i cristiani ricordavano e onoravano, a gloria di Dio, la sua risurrezione, in un memoriale solenne e compartecipato (detto “la Cena del Signore”). Era la loro Pasqua, quella della risurrezione, bagnata dal sangue dell’Artefice del Nuovo Patto, Gesù detto il Cristo. Solo alla fine dei tempi, quando il Signore Gesù porrà fine al presente stato di cose, non si consumerà più la Cena del Signore (1Corinzi 11:18ss).

La Pasqua dei primi cristiani non aveva più niente a che fare con la Pasqua ebraica, che pure il Signore Gesù aveva festeggiato cenando con i suoi apostoli. Si trattava di un mondo nuovo, quello dell’avvento finale del Regno di Dio, di cui Israele era stato degno preparatore con la sua legge fatta di precetti, osservanze, rituali significativi. I tempi erano nuovi, con il Signore Gesù. Di fatto, I tempi sono sempre nuovi, con il Signore Gesù. Perché dunque spezzettare i temi fondamentali della fede, emarginandoli secondo scadenze fisse, che fanno perdere in senso della continuità della vita in Cristo? Chi oggi crede SERIAMENTE che si è migliori o peggiori a Natale e a Pasqua? Non scherziamo. A Natale e a Pasqua si rimane quelli che siamo sempre stati. E dopo Natale e Pasqua continueremo imperterriti per quella via.

Nessuna festa / festività religiosa creata dagli uomini ha un benché minimo valore perché non ha più risonanza nello spirito dei cristiani che seguono unicamente il N.T. Il fatto che tali festività siano state inventate dai nostri progenitori chissà quando e chissà dove non implica affatto che debbano essere seguite. Non dimentichiamo mai che DIO STA IN CIELO E GLI UOMINI SULLA TERRA (Ecclesiaste 5:1). La Bibbia è (e rimane) la Parola di Dio; non è la parola degli uomini, che oggi dicono una cosa e domani il contrario secondo la loro esclusiva convenienza.

 

Arrigo Corazza