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L’ASPETTO FISICO DI GESÙ

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Uno degli studiosi più famosi del cattolicesimo romano, l’Abate Giuseppe Ricciotti, così si esprime a proposito dell’aspetto di Gesù nella sua celeberrima Vita di Cristo, 1941. Da allora niente è cambiato a livello di scoperte archeologiche. Pertanto, l’analisi di Giuseppe Ricciotti conserva tutta la sua validità, a dimostrazione che ai cristiani del N.T. non interessava sapere quale viso avesse il Signore Gesù. Sono state proposte varie ricostruzioni; certo, probabilmente non era biondo, con occhi azzurri, alto 180 centimetri, come l’iconografia più diffusa ci ha sempre fatto intendere.

 

«Dell’aspetto fisico di Gesù le fonti degne di fede non dicono assolutamente nulla … A questa mancanza di notizie la cristianità successiva, naturalmente, non si rassegnò, né nel campo artistico né in quello letterario. Per il campo artistico un ostacolo gravissimo alla produzione di una vera e storica effigie di Gesù era stata la circostanza che egli era nato, vissuto e morto in Palestina, ove l’ortodossia giudaica interdiceva ogni raffigurazione di esseri animati per paura dell’idolatria: la prima generazione cristiana, provenendo in enorme maggioranza dal giudaismo, non poteva quindi avere alcun motivo e desiderio di trasmettere un’effigie di Gesù …

E così le più antiche rappresentazioni superstiti di Gesù sono in Occidente quelle delle catacombe (II – III secolo) e in Oriente le pitture bizantine (IV secolo), le quali tutte non riproducono lineamenti storici, ma dipendono esclusivamente da motivi ideali e sono creazioni di fantasia».

 

Giuseppe Ricciotti, Vita di Gesù Cristo, 1941

 

 

 

Graffito del III sec. d.C. rinvenuto in un muro sul monte Palatino, a Roma. L’iscrizione, in greco, recita: «Alexamenos adora il suo dio» (Roma, Antiquarium del Palatino).

 

 

 

 

 

 

 

 

Immagine del Buon Pastore (III sec. d.C., catacombe di San Callisto, Roma).