“LA VIA”, UN NUOVO VANGELO SOCIALE?
11 Agosto 202420 settembre 2024
Matteo 26:26-29; Marco 14:22-25; Luca 22:19-20; Giovanni 6:53-58; 1Corinzi 11:23-29
Fin dal principio della sua storia, la Chiesa edificata da Cristo ha considerato la Cena del Signore come un atto cultuale di assoluta importanza. Da allora in poi, è fondamentale ricordare periodicamente alcune delle particolarità uniche che la contraddistinguono.
È STORIA
Un individuo o un evento può essere ricordato da un monumento. Non penso sia sbagliato pensare alla Cena del Signore come a un “monumento” che dura da duemila anni. Ma più di un “monumento”, la Cena del Signore è un’usanza domenicale. Di solito, si ritiene che un’abitudine, un’usanza sia più potente di un monumento. «Quando i contemporanei concordano nell’istituire un memoriale di una persona o di un evento, è sicuro che essi sono uniti nel ritenere quella persona o quell’evento come reali» (Alexander Mair, 1887).
La persistente abitudine di mangiare la Cena del Signore è un’affermazione perentoria circa il fatto che commemora: la vita, la morte, la risurrezione, l’ascensione di Gesù alla destra del Padre e, soprattutto, il Suo ritorno.
È UNA PROSPETTIVA DOTTRINALE
Il cristianesimo è una religione storica, e le sue dottrine riposano sulla sua storia. Talune importanti dottrine sono sottolineate durante la Cena del Signore. Esse sono:
- l’umanità di Cristo (il pane e il frutto della vigna rappresentano un corpo umano);
- la salvezza e la remissione dei peccati (sono il risultato del sacrificio di Cristo: Mt 26:28);
- la grazia («Poi prese un po’ di pane e, dopo aver reso grazie, lo spezzò e lo diede loro dicendo: “questo è il mio corpo che è dato per voi; fate questo in memoria di me”. Allo stesso modo, dopo aver cenato, diede loro il calice dicendo: “questo calice è il nuovo patto nel mio sangue, che è versato per voi». Lc 22:19-20).
- la chiesa (la Cena del Signore è un rito sociale; la comunione dei credenti dimostra la nostra spiritualità fraterna, nella quale siamo uniti insieme da uno spirito di amore e simpatia).
È UNA PROSPETTIVA DEVOZIONALE
Mangiare la Cena del Signore è un atto d’adorazione, che per essere gradito a Dio esige la condizione mentale propria degli adoratori (Gv 4:23). Vari aspetti di adorazione sono tipici quando si consuma la Cena del Signore:
- la confessione dei peccati, da parte di chi la mangia perché il sacrificio che la Cena rappresenta è la redenzione dal peccato e dalla condanna eterna (Mt 26:28);
- la preghiera, prima di prendere il pane e il vino;
- la predicazione, perché si proclama la morte del Signore finche Egli venga (1Cor 11:26);
- il ringraziamento, un sentito riconoscimento a Dio per la redenzione che ci è stata offerta.
È UNA PROSPETTIVA DI EDIFICAZIONE
Come il mangiare serve a nutrire e a rafforzare il corpo umano, così il mangiare la Cena del Signore significa alimentare e irrobustire il corpo di Cristo, che è la Chiesa. La Cena promuove il consolidamento dei legami di amore e comunione.
È UNA PROSPETTIVA PROFETICA
La Cena del Signore è uno sguardo pieno di speranza tanto verso il futuro, quanto verso la fede insegnata nel passato una volta per sempre (Giuda 1:3). Il paradosso sta che sebbene il Signore sia con noi quando mangiamo la Cena del Signore, Egli è personalmente assente (Mt 26:29), ma verrà il momento in cui Egli sarà personalmente presente presso di noi. Nella Cena che mangiamo oggi, noi proclamiamo la morte del Signore finché Egli venga («ogni volta che mangiate questo pane e bevete da questo calice, voi annunciate la morte del Signore, finché egli venga», 1Cor 11:26).
Ray Strutz (traduzione di Arrigo Corazza)