PRINCIPI (Salmo 119:105)
I principi che regolano la vita e l’attività della Chiesa di Cristo sono pochi, semplici e chiari. Occorre subito dire che essi derivano unicamente dalla rivelazione di Dio, cioè dalla Bibbia, in particolare dal N.T. (Patto), che i discepoli di Cristo considerano la loro unica fonte di fede – pur apprezzando e rispettando il cosiddetto “Antico Testamento”, in origine destinato al solo popolo d’Israele.
Per quanto riguarda invece le tradizioni umane, accavallatesi nel tempo a caratterizzare la storia della Chiesa, esse non sono prese in considerazione dai cristiani ai fini della salvezza: si tratta, infatti, soltanto d’incrostazioni dottrinali che hanno coperto in modo nocivo la rivelazione di Dio. È tuttavia giusto valutarle storicamente per comprendere le differenze rispetto al Vangelo di Gesù Cristo.
Il principio vitale che scaturisce dalla nuova nascita d’acqua e Spirito (capace di riconciliare i peccatori a Dio: Giovanni 3:1ss) è la gratitudine a Dio, cui fa seguito la totale ubbidienza al Padre – sempre ai fini della sua glorificazione. Da ultimo, emerge la perseveranza di fede in Cristo, nell’attesa dolce ma costante e ferma del suo sicuro ritorno alla fine dei tempi.
Tutto ciò porta al desiderio e alla necessità di crescita spirituale, per operare instancabilmente a favore di chi non conosce ancora la straordinaria grandezza di Dio, in un mondo che offre principi e pratiche di vita tutte sue, contrarie al Signore, e pertanto incapaci di rigenerare la creatura umana e di offrirle la speranza della vita eterna. Difatti, se l’uomo fosse in grado di giustificare se stesso dinnanzi al Padre, allora Dio non servirebbe più perché l’uomo sarebbe dio a se stesso. Il che, visto come si comporta l’uomo senza Dio, appare sinceramente un’ipotesi assai poco gradevole, anzi del tutto improponibile …