UN CRISTIANESIMO POLIFONICO (LEZIONE 1), UNI.DE.A. PISA
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24 Gennaio 202317 gennaio 2023
Presentiamo qui lo schema della seconda lezione tenuta da Arrigo Corazza all’UNI.DE.A. di Pisa sul corso:
UN CRISTIANESIMO POLIFONICO: CATTOLICESIMO, ORTODOSSIA E PROTESTANTESIMO.
Lezione 2 – Il cristianesimo dagli apostoli al V secolo
[ Dopo l’estratto, la lezione può essere scaricata in formato PDF ]
Vista l’ampiezza del tema, si precisa che questo schema non è affatto esaustivo ma fissa solo alcuni punti che andranno poi rielaborati dall’insegnante e/o dallo studente.
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ESTRATTO
L’ARIANESIMO
«In quanto capo della chiesa, Costantino ebbe a occuparsi di due eresie in ambito cristiano, il donatismo e l’arianesimo … La crisi ariana, motivata da contrasti di carattere dottrinale che si trascinavano da circa un secolo e mezzo e coinvolgevano tutto l’Oriente, impose all’imperatore un impegno molto maggiore, di cui il concilio ecumenico di Nicea (325) fu il provvedimento più appariscente, ma, di fatto, molto poco conclusivo. In effetti la condanna di Ario e della sua dottrina fu espressa in termini così ambigui, e largamente impopolari in Oriente, che l’autorità dell’imperatore non riuscì a imporre più che una tregua» (Manlio Simonetti, Eresia, arianesimo e dottrina trinitaria, Enciclopedia Costantiniana [2013] on line).
- Ario non ammette la piena divinità del Figlio di Dio, tradizionalmente accettata dalle chiese fin dalle origini.
- I filosofi / teologi usarono allora l’idea biblica del Logos (Giovanni 1:1-18) per vedere in Cristo l’artefice del mondo, un demiurgo collocato nel punto più alto nella scala di esseri intermediari tra Dio e l’uomo.
- Nel tempo nacque un’ipotesi di subordinazione del Figlio rispetto al Padre, propugnata specialmente da Luciano di Antiochia, maestro di Ario.
- Su speculazione filosofica, che aggravò assai la questione, Ario giunse alle estreme conseguenze: la natura di Dio, la sostanza di Dio (ousìa), è indivisibile, sicché il Logos è soltanto una creatura del Padre, certo la più alta, ma non è Dio al pari del Padre e dunque privo dell’attributo dell’eternità del Padre. Per rendere chiarissimo questo concetto, pare che Ario dicesse: «ci fu un tempo in cui il Logos non c’era». Ora, mai nella Bibbia si parla della “sostanza di Dio”. Dunque, nessuno può capire e spiegare che cosa sia o affermare – a maggior ragione – la sua indivisibilità. Inoltre, altro grave errore commesso da Ario fu quello di usare la categoria del tempo per riferirsi a Dio.
- Ridurre il Logos a una creatura del Padre minava alle fondamenta il pensiero neotestamentario secondo il quale Gesù, il Figlio di Dio, è Dio egli stesso, che ha offerto sé medesimo quale sacrificio per la salvezza del genere umano. Il problema del perdono dei peccati poteva passare solo attraverso la figura di Gesù Dio e non attraverso quella di Gesù creatura di Dio. Solo Dio può togliere il peccato dal mondo tramite il suo Agnello.
IL CONCILIO DI NICEA (325 d.C.)
- Il primo nella storia della chiesa (da non confondere con quello di Atti 15, che è tutt’altra cosa), è indetto da Costantino per risolvere il problema dell’arianesimo.
- Costantino pone le basi per il cosiddetto “cesaropapismo”: egli agisce da controllore della chiesa, pur definendosi epískopos tōn ektós (secondo Eusebio di Cesarea). Alcune traduzioni di epískopos tōn ektós: “vescovo di quelli di fuori”, “vescovo delle faccende esterne alla chiesa”, “vescovo dei laici” (Santo Mazzarino).
- Costantino invitò tutti i vescovi delle chiese (circa milleottocento), ma solo poco più di 250 furono in grado di partecipare (le fonti divergono; la tradizione afferma che furono 318, come i servi di Abramo in Genesi 14:14). Questi vescovi erano quasi tutti orientali, (solo sei dall’Occidente, due dei quali in rappresentanza del vescovo di Roma).
- Costantino offrì ai vescovi l’uso dei mezzi del servizio statale per raggiungere Nicea (vicino a Costantinopoli). Si trattava del cursus publicus, cioè della rete a disposizione dei soli corrieri autorizzati per la distribuzione della posta in tutto l’impero (stazioni di posta per il cambio dei cavalli e via dicendo). Il fatto era eccezionale e costituiva un chiaro segno del cambiamento dei tempi, dopo le persecuzioni dioclezianee di venticinque anni prima. Ai vescovi sembrava di sognare …
- Nel simbolo niceno l’arianesimo viene condannato sotto tutti gli aspetti.
- Dottrina dell’homooùsion, cioè della consustanzialità e coeternità del Padre e del Figlio. L’uso di un termine non biblico (homooùsion) causerà una serie infinita di problemi. Il tutto fu poi aggravato da diversità linguistiche e di tradizioni tra studiosi occidentali e orientali.
- Negazione della creazione del Figlio [genitum, no factum].
[ segue testo nell’originale ]
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